Simeone, a dispetto delle voci di mercato, continua nel ritiro di Sierra de Guadarrama a includerlo nella formazione titolare dell’Atletico Madrid. L’Inter, dopo aver deciso di rinunciare a Lukaku, dietro indicazione di Inzaghi lo ha messo in cima alle preferenze, alla pari del costosissimo Balogun. Il Milan ci aveva pensato prima di virare su Taremi. Ora anche la Juventus, su suggerimento di Allegri, ha chiesto informazioni per quello che sarebbe il Morata-ter. Per non parlare dell’Al-Ettifaq di Steven Gerrard, pronto a ricoprirlo d’oro.
Alvaro, però, per qualche giorno ancora privilegerà la Roma. Lo ha assicurato all’amico fraterno Dybala (padrino della figlia Bella), allettato com’è dalla possibilità di trasferirsi nella Capitale, meta ben vista anche dalla moglie Alice Campello. E Mourinho? Si è mosso a tempo debito, rassicurandolo sulla centralità che ricoprirebbe nel progetto tecnico. L’idea allo spagnolo è piaciuta. Ora tocca alla Roma. E a Pinto.
Al di là delle smentite di rito, i contatti tra le parti vanno avanti da qualche giorno. Oggi è previsto un incontro per approfondire la questione e provare a far quadrare i conti. Anche perché, come spesso capita, la differenza la faranno i soldi. Morata guadagna 6,5 milioni (più bonus) sino al 2024 ma in virtù di un prolungamento concordato con l’Atletico Madrid vedrà dalla stagione 2024-25 la cifra scendere a 5,5 e poi in quella successiva a 4,5, senza considerare i soliti premi.
Di pari passo, una volta depositata l’intesa dall’Atletico Madrid, la clausola rescissoria passerà da 21,5 a 12 milioni. La Roma, non potendo usufruire del Decreto Crescita, può giocare soltanto la carta di un contratto più lungo che possa garantire allo spagnolo cifre importanti anche all’età di 34 e 35 anni (ne festeggerà 31 a ottobre). Stretto nella morsa del Settlement Agreement – che per semplificare a chi non mastica i regolamenti Uefa, impone tra entrate e uscite il perfetto equilibrio e come il monte-ingaggi non debba superare quello della stagione precedente – Pinto sta provando a far rientrare l’operazione nei paletti che gli sono stati imposti.
Anche perché ad oggi, oltre a soddisfare Morata, il club non dispone della liquidità necessaria per avviare l’operazione. Karsdorp, Viña, Reynolds ed eventualmente uno tra Spinazzola e Ibañez sono i papabili ad essere sacrificati ma sono diversi i tasselli che bisogna incastrare per arrivare a dama. Per questo non è esclusa nemmeno la formula del prestito con obbligo di riscatto. E questo presumerebbe l’ok del club iberico che depositerebbe immediatamente l’intesa che ha con il ragazzo chiusa nel cassetto.
Bisogna però far presto. Sabato la Roma volerà in Algarve per iniziare la seconda fase della preparazione. E soprattutto iniziano ad essere tante le pretendenti allo spagnolo. Che ha dato l’ok all’amico Dybala e a Mou ma non può aspettare la Roma in eterno. Anche perché fra una decina di giorni l’Atletico Madrid volerà prima in Corea (amichevoli con una selezione della K League e contro il Manchester City) per poi fare la spola tra Messico (a Guadalajara contro la Real Sociedad) e San Francisco (avversario il Siviglia). Per quella data tutto deve essere deciso.
E Scamacca? Quello che doveva fare la Roma lo ha fatto da tempo. C’è già un accordo di massima con il ragazzo che però deve forzare la mano per liberarsi. Se non proprio in prestito, con una formula che contempli i giallorossi in Champions il prossimo anno. Per ora Pinto è focalizzato su Morata ma il mercato è strano e ogni possibilità, soprattutto con tanti club alla ricerca di un centravanti (soltanto in Italia oltre alla Roma ci sono Juventus, Milan e Inter), non va esclusa.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
FONTE: Redazione Tuttoasroma – dall’inviato R. Molinari
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