C’è una Roma che stenta a decollare e il pareggio contro il Genoa ne è stata la prova. Una squadra che, nonostante il mercato sia agli sgoccioli, risulta ancora incompleta e non tra le favorite per un posto nell’Europa che conta.
È questo il parere di Francesco Totti rimasto ad osservare tutta l’estate l’operato del nuovo ds Gianluca Petrachi e che adesso ai microfoni di Radio Radio ha tirato le somme: «Spero che la società possa fare qualcosa in più in questi giorni per rendere la Roma competitiva per un posto in Champions League. Servono rinforzi, quando sei nel mondo del calcio da 30 anni è difficile che sbagli. Molti tifosi la pensano come me, spero la società stia lavorando in questo senso. Si lotterà per il quarto posto, prima vedo la Juventus e poi a pari merito Inter e Napoli», le parole dell’ex dirigente a margine del Trofeo Francesco Totti presso il centro sportivo Longarina accompagnato dalla moglie Ilary e i figli.
Un giudizio severo quanto reale viste le debacle difensive della squadra di Fonseca contro il Genoa: «L’allenatore deve rimanere se stesso e non sentire cosa succede fuori. I tifosi sono dalla sua parte, lui ha fatto di tutto per venire qui e da quello che so oltre a essere una grande persona è anche un grande tecnico con idee e principi giusti».
FUTURO DECISO Dopo l’addio alla Roma per le divergenze con la proprietà, Totti non ha ancora annunciato quale sarà il suo futuro professionale anche se alcuni indizi lasciano pensare a una carriera da agente o talent scout: «Appena smesso ho avuto 3-4 proposte. Ora ho riflettuto e sicuramente prenderò questa strada che nessuno sa, ma che tra poco svelerò. Sempre nel mondo del pallone. Presto andrò in Argentina: con l’occasione saluterò De Rossi e vedrò un po’ di cose inerenti al calcio che ormai è la mia vita».
Neanche la Nazionale è riuscita a convincerlo: «In questo momento ho altri progetti ». Con la Figc, però, potrebbe collaborare in qualche iniziativa speciale. Il volto di Francesco diventa più scuro quando pensa al derby di domenica prossima e alla possibilità di vederlo da casa per la prima volta dopo 27 anni: «Anche da infortunato o squalificato ero sempre lì, questo mi fa pensare. Vedere la partita davanti alla tv domenica mi ha fatto riflettere, ma la mia è una decisione che continuo a rispettare».
FONTE: Il Messaggero