Dan Friedkin ha acquistato per 591 milioni la Roma, la Magica, uno dei club più affascinanti d’Europa, che ha immediatamente definito «un marchio iconico, non vedo l’ora di cominciare». Solo il tempo dirà se è stato un affare, per ora c’è il ritorno mediatico di Usa Today che ha visto «il manager cadere dalla sedia» dopo il report di attivi e passivi. Gli otto annidi James Pallotta hanno portato il rosso di bilancio a 126 milioni e l’indebitamento a 280.
Quindi a muovere l’imprenditore nato a San Diego e diventato miliardario in Texas, presidente di The Friedkin Group, dev’essere stato davvero un colpo di fulmine. «Gli piacciono i soldi, ma soprattutto gli piace costruire qualcosa di speciale con i soldi», spiega chi lo conosce bene. Di conseguenza è innegabile che abbia visto in quel mix di cultura, immortalità, vecchia Europa e potenziale eccellenza calcistica un intrigante punto di partenza per portare il club giallorosso ad essere di nuovo protagonista in Italia e nel continente.
E poi c’è Francesco Totti. 11 suo ritorno a casa è la notizia che tutti aspettano ed è ciò che il nuovo proprietario potrebbe impacchettare come regalo d’ingresso. Sarebbe un colpo di marketing di prim’ordine, gli porterebbe in dote il favore di tutti i tifosi romanisti. Anche se, dopo la notizia del cambio di proprietà, il commento nella capitale era comunque univoco: «Una liberazione».
Per il Pupone ci sarebbe già pronto a Trigoria un ufficio come uomo immagine e consulente sportivo, una fiche d’ingresso simile a quella di Pavel Nedved e Xavier Zanetti, che in seguito hanno saputo scalare con discrezione e saggezza la piramide gestionale. Si sa che Totti è refrattario si ruoli puramente accademici, di rappresentanza, il ruolo da fiore all’occhiello non si addice all’uomo del cucchiaio. Il suo obiettivo è la dirigenza, ma le grandi montagne si scalano un passa alla volta. La Roma cambia padrone, dal bostoniano assente al cowboy innamorato. Chi ha speso tutti quei soldi e ha digerito tutti quei debiti deve esserlo davvero, nel calcio gli affari non sono ancora tutto. Il resto dipenderà da Paulo Fonseca e dai ragazzi che vanno in campo.
FONTE: La Verità