La certezza si chiama Mourinho. Uno scudo con cui respingere sfortuna, cabala e quell’innato fatalismo tutto romanista. Quando poi si tratta di coppe europee, lo scudo diventa corazza. Ancor di più in semifinale. La carriera dello Special One racconta una verità, semplice quanto rassicurante per i tifosi che hanno Mou in panchina: quando Mou vince le semifinali europee, alza la coppa. Sempre. Nei 25 anni da allenatore, il portoghese ha giocato 11 semifinali, con Roma-Bayer arriverà a 12.
E il ruolino è pressoché in equilibrio, con sei eliminazioni e cinque finali conquistate. (…) Nel 2010 con il famoso triplete interista fu un’epopea tramandata negli anni, grazie anche alla semifinale con il Barcellona. Quella dell’occhiolino di Busquets e del famoso pullman nerazzurro al Camp Nou. La finale la ricordano tutti. Monaco (stavolta il Bayern di Germania) battuto e coppa alzata tra le lacrime. Si ricordano in particolar modo quelle di Marco Materazzi nel tunnel, a festa ancora in corso.
Lo Special One aveva già deciso di staccare la spina dall’Italia per accettare la corte del Real Madrid. Scena che, temono i tifosi giallorossi, potrebbe ripetersi anche stavolta. Bene il trofeo, meno il possibile addio. A Trigoria, dopo le ultime uscite dell’allenatore, tira aria di divorzio. Ma il momento più alto della carriera dello Special One coincide curiosamente con l’inizio della sua crisi europea.
Nei quattro anni successivi l’allenatore portoghese raggiunge sempre la semifinale di Champions League, tre volte con il Real Madrid e una con il Chelsea. Uscendo, però, sempre sconfitto. Nel 2017 l’emorragia viene bloccata dalla vittoria dell’Europa League sulla panchina del Manchester United, dopo la vittoria in semifinale contro il Celta Vigo e in finale sull’Ajax. Un ruolino vincente ripreso lo scorso anno con la Roma.
FONTE: La Repubblica
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