Bryan Reynolds, a 19 anni, arriva alla Roma con le stimmate ereditate dal generale statunitense William Jenkins Worth. Per un difensore, in fondo, quasi una santificazione anticipata, perché in Italia non prendere gol è un «must» difficilmente evitabile, se si vuole vincere.
Ha preferito la Roma alla Juventus, per due ordine di ragioni: 1) i buoni rapporti fra la famiglia Friedkin e quella Hunt, proprietaria dei Dallas; 2) la formula offerta dai giallorossi, che lo hanno voluto subito a Trigoria. Gli addetti ai lavori lo paragonano all’inglese Alexander-Arnold, uno dei veri punti di forza del Liverpool.
Ha le sue qualità migliori nella spinta, anche perché da giovanissimo giocava come esterno d’attacco, prima di essere arretrato in difesa. Dovrà imparare l’italiano, scoprire una nuova alimentazione, assorbire una nuova preparazione e assimilare una nuova predisposizione tattica. Posizione del corpo, marcatura sull’uomo, copertura degli spazi, tempi di gioco, diagonali. Insomma, tutto il repertorio che occorre per poter brillare in A giocando in difesa.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini