Atteso e assediato dai cronisti locali: questa la calorosa accoglienza all’aeroporto di Faro per José Mourinho. Uno scenario prevedibile, visto che in Portogallo non si parla d’altro che del suo futuro sulla panchina della nazionale. Lo Special One ieri sera è tornato a casa, location Albufeira, a oltre 200 km da Setubal, dov’è nato, e a mezz’ora di macchina da Ferragudo, un villaggio di pescatori che ha dato i natali a papà Felix.
Ma non esiste posto in patria dove Mourinho non abbia lasciato traccia e ora una nazione intera gli chiede di tenere fede alla promessa fatta nel 2017: “Ci sarà un momento nella mia carriera durante il quale preferirò fare il commissario tecnico. Quella di vivere una Coppa del Mondo o un campionato Europeo è un’esperienza che vorrei fare, dopo tanti anni trascorsi nel mondo del calcio“. Fosse per il presidente della federazione portoghese non ci sarebbe il minimo dubbio: Fernando Gomes è disposto a tutto pur di affidare a Seleção das Quinas allo Special One.
E l’offerta è pronta sul tavolo: contratto triennale da siglare nell’estate del 2023, ad un anno dagli Euro2024, con scadenza 2026, dopo il Mondiale americano. Ma in tutto questo, Mourinho cosa pensa? Chi lo conosce bene sa perfettamente quanto possa lusingarlo una proposta simile. Ma bisogna anche fare i conti con l’essenza del portoghese, della sua voglia di vivere il calcio ogni giorno della settimana.
E la sua capacità di incidere sulla testa dei giocatori, attraverso un lavoro incessante, può rendere allo stesso modo in un arco temporale così ridotto? Qualcuno ha dei dubbi, come la nota cronista Sofia Oliveira della Cnn Portugal: “Mourinho è un Fernando Santos più costoso. Volete un allenatore che ha inventato il concetto di ‘parcheggiare l’autobus’?”. Da Trigoria intanto nessuno ha intenzione di commentare tale scenario, forti di un contratto che recita giugno 2024 come scadenza.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo
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