La Roma aspetta il verdetto del giudice sportivo dopo il vivace finale di partita contro il Verona che è costato a Mourinho il cartellino rosso dell’arbitro Pairetto. A preoccupare il club giallorosso sono i precedenti. Quando Mourinho mostrò le manette a Tagliavento, in quel vecchio Inter-Sampdoria, il tecnico portoghese prese tre giornate, poi confermate in appello.
Stavolta la mimica è stata meno grave, addirittura ambigua nel suo significato, ma le allusioni verbali non sono sfuggite agli ispettori della procura federale piazzati a bordo campo. Mourinho avrebbe fatto un riferimento esplicito alla Juventus, club in cui lavora come dirigente addetto alla tifoseria il fratello di Pairetto, come “mandante” di un arbitraggio ostile alla Roma. Il padre peraltro, come noto, era insieme a Bergamo il designatore arbitrale ai tempi di Calciopoli.
Le rimostranze sono legate, più che ai singoli episodi, alla decisione dell’arbitro di concedere solo quattro minuti di recupero alla fine di un secondo tempo molto spezzettato, per i continui infortuni capitati ai giocatori del Verona. In un caso, nel quale era stato coinvolto il portiere Montipò, Pairetto aveva rassicurato i giocatori della Roma mostrando loro l’orologio: «Non preoccupatevi, fermo il cronometro».
Invece poi ha preferito non prolungare eccessivamente la partita conteggiando solo i cinque slot usati per i cambi dalle due squadre, le ammonizioni di Karsdorp e Günter e appunto l’espulsione di Mourinho avvenuta a recupero già cominciato. Roma-Verona si è conclusa pochi secondi dopo il 94’, con un tempo effettivo di 26 minuti.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida