Il rumore dei nemici è lì, si avvicina di ora in ora, ed è destinato a diventare sempre più fragoroso, man mano che si riducono le ore che separano José Mourinho da Juventus-Roma.
Del resto, quella tra il portoghese e la Juve non è solo rivalità, è antipatia pura. Tanto che in Spagna, nel 2011, da allenatore del Real Madrid arrivò a dire: “Non potrò mai allenare il Barcellona o la Juventus. Sono uno che si dedica in modo eccessivo alle proprie squadre per poter allenare la rivale“.
La fiammata si riaccende il 3 marzo del 2009, quando nella famosa conferenza dei “zero tituli”, e della “prostituzione intellettuale” Mou si lancia così sui bianconeri: “Non si parla di una Juve che ha conquistato tanti punti grazie ad errori arbitrali.
Quando si dice che Ranieri e Spalletti (all’epoca alla Roma, ndr ) sono uno fianco all’altro, io sono al fianco di Zenga, Prandelli e Del Neri, che hanno perso tutti tre punti con la Juve. Forse contro di loro è meglio non giocare o farlo con la Primavera. Ma il giorno dello scandalo sta arrivando…“.
José da lì a poco vincerà il suo primo scudetto nerazzurro, ma la stagione successiva non si scorderà della Juve, facendosi cacciare a dicembre dopo 20 minuti, parlando di «pallamano» nei quarti di finale di Coppa Italia e di struzzi il 19 febbraio del 2010, per un rigore concesso ai bianconeri nella vittoria per 3-2 con il Genoa. “La Juve si è imposta con un penalty misterioso. C’è solo un’area in Italia di 25 metri. Perché bisogna fare come gli struzzi, che mettono la testa sotto la sabbia?”.
E poi ci sono le scintille dello scorso anno, quando il 4 novembre ritorna a polemizzare con i bianconeri, stavolta via social. Alla vigilia di Roma-Bodo Mou posta infatti le fotografie del rigore sbagliato da Veretout due settimane prima, in casa della Juve, e di quello di Juve-Zenit in Champions. “Uno dei due rigori è stato ripetuto, indovinate quale?“, riferendosi al fatto che in entrambi alcuni giocatori erano entrati in area prima del fischio, ma quello di Veretout non fu fatto ripetere.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese