Il giovane calciatore della Primavera dell’As Roma avrebbe ammesso di aver sottratto il video con le immagini intime di due impiegati della società nell’ufficio di Vito Scala, grande amico ed ex preparatore atletico di Francesco Totti oltre che dirigente del club di Trigoria.
Questa almeno è la ricostruzione che risulta al Fatto. La “confessione” risalirebbe al 4 ottobre scorso, quando da giorni il filmato circolava tra calciatori, dipendenti e dirigenti della società. Oltre a Scala erano presenti altri tre appartenenti al club. Il giocatore, come abbiamo scritto, avrebbe detto tra le lacrime di essersi fatto prestare il telefonino dalla ragazza ripresa nel video: non è chiaro se sapesse già cosa cercare o l’abbia trovato per caso.
È chiaro invece che lei e il suo compagno, dopo quasi dieci anni di lavoro, sono stati licenziati in tronco il 6 novembre, a quanto pare senza neppure interpellare Scala che forse aveva tentato una gestione più ragionevole della vicenda.
Nelle lettere di licenziamento consegnate a novembre ai due fidanzati, a firma del responsabile legale del club avvocato Lorenzo Vitali, c’è solo il video: “È stato portato all’attenzione della Direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente la ritrae nel compimento di atti sessuali con un dipendente della Società. Purtroppo, ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della Società”, si legge nella lettera di Vitali, che poi dichiara l’“incompatibilità della prosecuzione del Suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell’attività della Società” e comunica il licenziamento. Nessun riferimento alle presunte “violazioni dell’etica professionale” adombrate sul sito del Corriere dello Sport, la principale testata sportiva della Capitale.
A quanto risulta al Fatto, che non ha visto le immagini, nel video i due accennano a qualche questione di lavoro. Ma se avessero compiuto qualche violazione l’avvocato Vitali l’avrebbe certamente rilevata nella lettera, mentre al contrario ha preferito ricordare i “principi etici ed educativi” che ispirano la società.
I due licenziati sono assistititi dall’avvocato Francesco Bronzini che cerca un accordo per evitare di finire in tribunale. La sottrazione e la condivisione del video costituiscono reati punibili (a querela) con pene fino a 5 anni (art. 612 ter, codice penale). L’AS ROMA ufficialmente tace e l’importante partita di Europa League in programma ieri sera a Brighton lo giustifica solo un po’.
Silenzio anche sull’assenza, per quanto risulta al Fatto, di iniziative disciplinari nei confronti del calciatore della Primavera che avrebbe ammesso di aver diffuso il video e quindi confessato un reato ai danni di dipendenti che la società aveva l’obbligo di tutelare.
Circolano solo chiacchiere informali che giustificherebbero l’operato del club. Un po’ poco dopo che la notizia del licenziamento della ragazza, pubblicata ieri dal Fatto, ha fatto il giro delle radio DS e dei siti giallorossi, e non solo.
Tanti tifosi hanno preso di mira i social del club, che postava storie in attesa del match di coppa. “È una vergogna”, “che schifo”, “una poveraccia violata da ragazzini viziati”. Si muove perfino la politica. La vicepresidente del Senato, Lucia Ronzulli di Forza Italia, ha definito “inaccettabile e immorale” il comportamento della società. Ienia Malavasi, deputata del Pd, ha chiesto ufficialmente alla Ceo Souloukou di “chiarire al più presto la vicenda”, mentre per l’Alleanza Verdi Sinistra la deputata Elisabetta Piccolotti annuncia un’interrogazione al governo. La vicenda, insomma, è tutt altro che chiusa.
FONTE: Il Fatto Quotidiano – V. Bisbiglia, A. Mantovani