Il 17 marzo, cioè un mese e mezzo fa, la Roma era quarta in classifica. Aveva appena battuto il Genoa all’Olimpico (1-0, gol di Mancini) e si avviava speranzosa all’ottavo di Europa League contro lo Shakhtar Donetsk, che quattro giorni dopo sarebbe stato vinto 3-0. È difficile capire cosa sia successo dopo a una squadra perfettamente in linea con i propri obiettivi stagionali, cioè la conquista di un piazzamento Champions, e in corsa per incassare un bonus inatteso, cioè il palcoscenico europeo.
Improvvisamente, la Roma è franata nella solidità nelle motivazioni: dai 50 punti del 7 marzo si è ritrovata il 25 aprile a quota 55 con un passo da retrocessione. E ora rischia di restare fuori dall’Europa che ha tanto difeso perché il Sassuolo spinge (-3) e minaccia il sorpasso al settimo posto. Fino al 7 marzo la Roma, anche se debole contro le grandi, era stata molto affidabile tanto da meritare l’alta classifica. Vinceva tutte le partite che doveva vincere. Perché non le riesce più.
Fonseca ha dato una risposta che può avere senso: “Quando si avvicina la fine della stagione aumentano gli infortuni se giochi ogni tre giorni ed è difficile recuperare“. D’accordo, verissimo. E infatti dopo Roma–Genoa la Roma ha perso Smalling e, in buona parte, anche Mkhitaryan, due giocatori determinanti.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida