Che la storia d’amore tra Karsdorp e la Roma fosse destinata ad essere quantomeno tortuosa lo si era capito subito, appena l’olandese volante (eufemismo) sbarcò a Roma, nell’estate del 2017. Niente ritiro di Pinzolo, subito sotto i ferri per la pulizia del menisco sinistro. “Che volete che siano 3-4 settimane di ritardo rispetto a cinque anni di contratto“, disse Monchi.
Il problema è che Karsdorp tornò dopo tre mesi, rompendosi subito, alla prima partita, contro il Crotone. Stesso ginocchio, il sinistro, ma stavolta a saltare fu il crociato anteriore. Un calvario che a molti fece subito pensare che era meglio dirsi arrivederci, da subito.
Karsdorp tornò l’anno successivo, ma giocando a singhiozzo, anche perché il ginocchio teneva così e così e i guai muscolari arrivavano uno dietro l’altro. Viene mandato in prestito al Feyenoord, il club dove era cresciuto e da cui la Roma lo aveva comprato, investendo 14 milioni (più 5 di bonus). Una stagione in cui ha ritrovato smalto e continuità, tanto che gli olandesi volevano comprarlo ma non avevano soldi a sufficienza. Così Rick è tornato a Roma per provare a giocarsi le sue carte.
Rifiutate Genoa ed Atalanta, è diventato il terzino titolare a destra. Più per mancanza di alternative. La tifoseria giallorossa non lo ha mai digerito a fondo, soprattutto a causa di quei tanti cross sbagliati. E dei tanti errori in fase difensiva (come ad esempio a Udine).
Lui ha provato a tornare la locomotiva, anche per un debito di riconoscenza verso il club, che lo aveva aiutato a fondo nelle cure del piccolo Kylian, il figlio che nel 2020 ha vinto la sua battaglia per un problema renale.
Gli atteggiamenti, però, sono stati sempre un po’ così, tipici di chi si sente autorizzato ad essere quasi strafottente, solo in quanto calciatore. In questa stagione Rick ne ha combinate un po’ di tutti i colori. Prima l’errore di Udine, poi il testa a testa con l’arbitro Irrati alla fine di Roma-Napoli e infine la fuga negli spogliatoi subito dopo il derby, con la gente giallorossa lì a soffrire.
“Ma due minuti dopo, è tornato con del ghiaccio, non so se per il ginocchio, per l’adduttore o per la febbre. Ha avuto tanti problemi quest’anno, non l’ho visto come un brutto atteggiamento“. O forse sì, che ha provato a difendere. Fino alla goccia finale di ieri sera.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese