Fa parte della storia romanista da quando ha segnato il gol al Viktoria Plzen, che l’ha reso a 19 anni e 150 giorni il più giovane marcatore del club in Champions League, ed è anche l’unico giallorosso a comparire nella top 10 dei migliori Under 21 del mondo in corsa per il Pallone d’Oro di categoria, ma Justin Kluivert vuole di più.
Record e attestati di stima non gli bastano, è un ambizioso di natura, anche se tiene i piedi piantati per terra: “Sto crescendo tanto, non posso lamentarmi. C’è chi dice che non ce la faró ad emergere, ma io – fa sapere dal ritiro con la nazionale – ho fiducia in me stesso e sono pronto a dimostrare quanto valgo. Prima di tutto devo assicurarmi di non finire più in tribuna: sono sicuro che non accadrá più”.
L’esclusione di Madrid è stata per motivi numerici, ma gli è servita da stimolo e non a caso 4 giorni dopo era titolare per la prima volta in campionato, a Bologna, dove le cose sono andate storte indipendentemente da lui. Dopo il lampo all’esordio a Torino, le successive prestazioni meno esaltanti rischiavano di bruciarlo e per evitare che accadesse Di Francesco l’ha tolto dalla vetrina dove ama stare e ha aspettato il momento migliore per riportarcelo, l’ha protetto quando le critiche toccavano tutti, tecnico in primis, e gli ha regalato il debutto da sogno in Champions appena si sono calmate le acque. Kluivert non vedeva l’ora di sfoggiare la maglia del suo amico Nouri e non aveva smesso di portarla con sé in tribuna ad ogni partita: “Era da tempo che volevo farlo, sono molto legato a lui e volevo dimostrarlo. Mi è venuta la pelle d’oca quando tutto lo stadio ha applaudito”.
Il pubblico romanista aspettava quel momento quanto lui, fin dall’accoglienza a Fiumicino aveva fatto capire le alte aspettative riposte nel figlio d’arte che ha fretta di diventare grande: “Io – dice Justin – so come voglio proseguire il mio percorso: è facile passare da ‘grande talento’ a giocatore che non puó farcela, ma sta a me dimostrare il contrario. Mi alleno duramente. Onestamente preferisco giocare dall’inizio e magari partite intere, ma con il Viktoria Plzen ho fatto bene e non vedo l’ora di farlo più spesso”.
Nell’ultimo anno all’Ajax si era abituato a fare il titolare, qui lo è stato solo 2 volte e ha giocato 223 minuti complessivi, segnando un gol e fornendo un assist vincente, ed è già molto più di quanto fatto da Under alla sua prima stagione in giallorosso: dopo 8 giornate di serie A il turco contava appena 145’, si era sbloccato a inizio febbraio e i primi minuti in Champions li aveva giocati contro lo Shakhtar alla fine dello stesso mese. Cengiz ha 2 anni e 2 centimetri in più di Kluivert e la sua storia insegna che stare un po’ nell’ombra ad imparare puó essere la strada migliore per esplodere