Viste le premesse, cioè quanto accaduto una settimana prima sempre allo stadio Olimpico contro il Genoa, era fondamentale per la Roma non perdere il derby. Perché, in primis, c’era bisogno di recuperare una massiccia dose di autostima dopo la delusione dell’esordio.
Che aveva generato in città una serie infinita di punti interrogativi, con protagonisti nuovi e vecchi e, soprattutto, con Paulo Fonseca nel mirino. Reo, secondo tanti tifosi, di non aver capito come giocare la partita contro l’ex Andreazzoli o, per peggio dire, di non aver ancora capito come ci si deve muovere in Italia.
C’era bisogno, per la Roma e pure per il portoghese, di una partita da archiviare senza lacrime, anche pensando alla sosta che accompagnerà il campionato per due settimane. E, si sa, due settimane possono essere lunghissime, pesantissime se alle spalle non hai un risultato positivo. Figuriamoci dopo un derby.
E’ finita con una doppia sorpresa in serbo di Kolarov, una bella e un’altra brutta; con un pareggio che per la Roma sa tanto di brodino ma che, se non altro, le consente di non prendere dopo appena due giornate la strada sbagliata, di scrollarsi di dosso un po’ di paure e di organizzarsi al meglio, anche sotto l’aspetto dell’organico, per la prossima partita contro il Sassuolo.
BENE E MALE– La Sagra del Palo è stata inaugurata dalla Lazio, ma la Roma, anzi Zaniolo non è rimasto a guardare. Un palo più bello dell’altro e un gol su calcio di rigore, nel primo tempo. Quello conquistato da Dzeko e trasformato in vantaggio della Roma dall’ex Kolarov, proprio sotto la Nord. Una Roma ancora un po’ sbadata nella fase difensiva, ma non esattamente come era capitato contro il Genoa.
Passi in avanti almeno sul piano numerico, con la Roma avanti e la porta di Pau Lopez inviolata all’intervallo. Già, il vantaggio di Kolarov: tiro dal dischetto impeccabile, palla da una parte e Strakosha dall’altra. E una prestazione tosta, contro il temuto Lazzari.
Ecco perché tutto ti saresti aspettato, anche se nello scorrimento di una partita un po’ pazza, tranne che dover annotare un errore banale, vistoso del serbo (meno brillante nella ripresa, giusto dirlo) nell’azione che ha portato alla rete di Luis Alberto. Fidandosi un po’ troppo di se stesso, e senza tenere nel giusto conto la tigna del connazionale Milinkovic, Kolarov, lì sotto la Tevere, si è fatto portare via il pallone dai piedi in maniera infantile favorendo la ripartenza a campo aperto della Lazio.
A quel punto, un tocco qui un altro là e pallone a Luis Alberto per il pareggio laziale. Per l’ex Kolarov un errore solo, probabilmente, ma pesantissimo. Capita, ma sarebbe sempre meglio che non capitasse. Anche perché in Casa Roma sono in parecchi ad avere il vizietto di giocherellare in maniera inutile, leziosa con il pallone.
Tanto è vero che molte delle occasioni che la Lazio ha avuto per far male a Pau Lopez sono state originate da errori in uscita degli uomini di Paulo Fonseca, in panchina con un impeccabile completo chiaro da serata romantica a Capri.
FONTE: Il Messaggero – M. Ferretti