Un assente illustre, un atteso ritorno e l’immancabile debuttante. Dieci giorni e la Coppa d’Africa prenderà il via, con le sue storie che come d’abitudine s’incroceranno ai primi calci dell’anno dei maggiori campionati europei. Alla fine si giocherà in Gabon, nonostante i timori, dopo le elezioni di settembre, di una possibile guerra civile. Le acque sembrano più calme, abbastanza da permettere la navigazione delle 16 partecipanti per un mesetto scarso. L’Egitto di Hector Cuper, dopo tre assenze consecutive, punta su Mohamed Salah e sul talento cristallino di Ramadan Sobhi (dello Stoke) per tornare alla carica del trofeo che ha vinto più volte di tutti (7). Chi mancherà, invece, è la Nigeria, che per la seconda volta di fila deve rinunciare a rincorrere il suo quarto titolo. Per chi è entrato nel 2017 con ancora negli occhi la favola del Leicester, ecco l’«underdog» da tifare: la Guinea-Bissau è l’unica debuttante del torneo. L’impresa di guidare una nazione di un milione e mezzo di abitanti alla fase finale della competizione era stata avviata dal portoghese Paulo Torres, esonerato (dopo una squalifica di 4 giornate per aver «abusato verbalmente dell’arbitro») e sostituito da Baciro Candé, che condurrà la squadra in Gabon.
ANSIA – In verità, le date della Coppa d’Africa, che terminerà il 5 febbraio, sono sull’agenda dei club italiani da mesi. Non solo per spedire osservatori, ma soprattutto per capire chi delle proprie pedine, più o meno importanti, potrebbe mancare e ricorrere, eventualmente, a qualche alternativa. Gli «italiani» di Serie A chiamati a disputare la competizione saranno 13 (dalla B convocato il solo Idrissa Camara, dell’Avellino, con la Guinea-Bissau): mai nelle ultime dieci edizioni ne sono stati impiegati tanti. A parte i semplici calcoli, va poi considerato il peso specifico delle assenze.
SALAH E KOULIBALY – In questo senso, Roma e Napoli potrebbero essere le più colpite. L’infortunio di Salah, sul finire del 2016, ha dato un’anteprima di quanto la Roma soffra la mancanza dell’egiziano, capace di dare profondità e spaccare le difese con le sue accelerazioni. Fortunatamente per Spalletti, ammettendo che l’Egitto vada fino in fondo, Salah salterebbe un solo big-match, quello interno con la Fiorentina. Discorso simile per il Napoli di Sarri, che però si vedrà privato di due quarti della sua difesa titolare: Koulibaly e Ghoulam partiranno con Senegal e Algeria, e se le alternative non mancano (da Maksimovic al rientrante Tonelli), i 6 gol presi nelle ultime due gare dell’anno senza il centrale senegalese preoccupano. Sull’agenda napoletana, una data è cerchiata di rosso: 21 gennaio, sfida al Milan a San Siro, che entrambi salteranno.
PARTENZE E INCROCI – Poi c’è l’Atalanta, che si è goduta la recente esplosione di Kessiè e che ora rischia di passare il prossimo mese senza il suo dominante centrocampista. Franck, che mancherà per il match con la Lazio all’Olimpico (15 gennaio), potrebbe saltare anche il Torino (il 29) se la Costa D’Avorio, campione in carica, arrivasse in fondo. Proprio i biancocelesti, a loro volta, dovranno salutare a malincuore il senegalese Keita, recuperato alla grande da Inzaghi dopo le turbe estive, per la gara dello Juventus Stadium del 22 gennaio, oltre che per l’incrocio già citato con l’Atalanta. Anche ai bianconeri sarà richiesto un sacrificio di due pedine: Benatia (Marocco) e Lemina (Gabon) sono i prescelti, due vuoti tutto sommato colmabili per la Juve. Il difensore era stato scelto per prendere, gradualmente, uno dei posti nel terzetto difensivo. In questi mesi, però, pare essere scivolato sotto Rugani. Allegri dunque non si strapperà i capelli (salvo infortuni imprevisti) anche qualora il marocchino saltasse il faccia a faccia più caldo del mese di Coppa d’Africa, quello con l’Inter che coinciderà proprio con la finale del torneo. Niente di nuovo, comunque: nel gennaio 2010, Samuel Eto’o salutò l’Inter di Mourinho per andare a giocare col suo Camerun tra i malumori del tecnico. La nazionale avanzò fino ai quarti, quanto bastò per far saltare all’attaccante il derby col Milan. I nerazzurri sorrisero comunque: dopotutto, a vincere sarà chi saprà superare anche queste difficoltà impreviste.