La sconfitta di Bodo ha portato allo scoperto la linea di frattura tra José Mourinho e una proprietà che, pur iniettando quantità enormi di denaro, ha fatto del “progetto” la parola chiave. Progetto che, da qui a dicembre 2022, sarà benedetto da un aumento di capitale di 460 milioni, di cui 385 già versati fra Pallotta (101) e gli stesso Friedkin (284), insomma ne arriveranno altri 75. Il 6-1 norvegese, con il Napoli alle porte, ha improvvisamente fatto scolorire il mantra “tempo” pronunciato spesso dallo stesso Special One, per lasciare il posto alla parola qualità.
Quella che, per l’allenatore portoghese, manca alla Roma: “Posso contare solo su 12-13 giocatori, io impiegherei sempre gli stessi“. Sono bastate queste affermazioni per spazzare via le parole di Tiago Pinto, che aveva detto di essere sulla stessa linea del tecnico. Tanti giocatori sono stati scaricati, tanto da portare Mourinho a dire che i titolari del Bodo avevano più qualità rispetto ai giallorossi. Una bestemmia se si pensa ai valori di mercato (6.5 milioni contri 111) e agli ingaggi.
Così tocca a Pinto dire di aver “gettato le basi per un futuro migliore“. Basterà? I titolari a Bodo hanno fatto peggio delle riserve, con gli stessi giocatori in fondo Fonseca era andato avanti in Europa League. Inutile dire che i Friedkin sono arrabbiati per il k.o., devastante per l’immagine, tanto da pensare di rimborsare i 400 che sono andati a Bodo e hanno contestato. Nel frattempo Mourinho invoca rinforzi, due di sicuro: un terzino destro e un centrocampista. Il rimpianto è non aver saputo prendere Anguissa in prestito come il Napoli, e ora il bilancio non consente investimenti top.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini