La partita di ieri sera è stata lo specchio perfetto dell’Atalanta, la Dea dopo aver schiacciato la Roma per almeno 60 minuti e creato una decina di palle gol, a stare stretti, è riuscita nell’impresa di farsi raggiungere e tremare fino alla fine. Ok, galeotta l’espulsione di Gosens per doppio giallo nel secondo round. Ma dopo tanti errori la beffa era nell’aria. Fin dai primi minuti, con lo stesso sistema dei rivali (3-4–2-1) i nerazzurri hanno preso il comando delle operazione. Più ritmo, più duelli personali vinti, più azioni e scambi precisi. La Roma cercava di reagire ma sembrava uno sparring partner attento a restare in piedi senza provare a colpire. Le tante palle recuperate, e le azioni con scambi in velocità si trasformavano in attacchi micidiali.
Fino agli ultimi metri. Zapata, Ilicic, Freuler: tutti invitati alla fiera del gol mancato, con l’attiva partecipazione di un buon Pau Lopez. Alla fine, dopo almeno sei tentativi, ci ha pensato Malinovskyi, il più in palla di tutti, a regalare il vantaggio con un gran tocco di prima stretto. La Roma si ritrova solo nella ripresa, prende campo e coraggio, mentre Gasperini toglie l’utilissimo Zapata per coprirsi con Toloi.
Ed ecco il castigo per tanti sprechi e per il rosso, inflitto da Cristante con un tiro da 28 metri dove Gollini era in ritardo come i treni delle nostre ferrovie. Primo tiro in porta della partita per la Roma. Insomma, alla fine l’Atalanta che sente di aver perso due punti ma che poteva anche tornare a casa a mani vuote, si consola con il gioco che resta di altissimo livello. La Roma aggiunge un punto tra lei e il Sassuolo, ma a livello di gioco non può essere soddisfatta. Negli scontri tra grandi, finora ha racimolato solo 4 punti.
FONTE: La Gazzetta dello Sport