Appuntamento a Boston. Se non ci saranno esagerati ritardi aerei, intorno all’ora di pranzo di domani, magari di fronte a un trionfo di aragoste (da quelle parti gli indigeni dicono siano una specialità, ma solo perchè non hanno mai mangiato le nostre). James Pallotta a fare il padrone di casa, intorno al tavolo il direttore generale Mauro Baldissoni negli Stati Uniti già da venerdì scorso, il direttore sportivo Ramon Monchi, Guido Fienga che nella Roma è il grande capo del settore comunicazione, Francesco Calvo, grande capo pure lui ma del settore marketing e affini. Gli ultimi tre partiranno per Boston nella mattinata di domani e, sfruttando i vantaggi del fuso orario andando a occidente, sbarcheranno giusto in tempo per gustarsi le aragoste locali.
Tutto sullo stadio Sia chiaro, non è che ci sia bisogno di incontrarsi a Boston per parlare di passato, presente e soprattutto futuro della nostra Roma da parte dello stato maggiore giallorosso, da qualche settimana orfano di Franco Baldini (e Umberto Gandini). Tra l’altro quest’anno c’era l’intenzione di incontrarsi a Roma. Pallotta doveva partire per la nostra città, ma alla fine gli impegni di lavoro lo hanno costretto a convocare i suoi dirigenti a Boston, come peraltro accaduto in più occasioni negli anni passati. Si poteva pure fare tutto via conference call, ma è anche vero che guardandosi negli occhi le cose possono essere più chiare e, anche, a Boston non ci sono microfoni, telecamere e taccuini di quei rompiscatole dei giornalisti di Roma. (…)
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