A Cagliari Borriello ha aperto la stagione degli ex col dente avvelenato, la Roma spera di non aggiornare i conti a Torino. Il primo a volere la rivincita è Castan, spedito in prestito ai granata per ritrovarsi, dopo la breve e negativa parentesi alla Samp, al termine di due anni da incubo tra ferri del chirurgo e amari verdetti del campo. L’uscita a testa bassa dopo aver procurato un rigore contro il Verona è l’immagine della sconfitta di Leo, che aveva fatto all-in senza avere le carte in regola per farlo. In granata ha giocato 3 partite per intero ed è stato un crescendo continuo, dalla prima poco convincente in casa col Bologna fino allo 0-0 con l’Empoli in cui è stato tra i migliori. Gli manca ancora un pizzico di tempismo, ma chi a Torino pensava fosse un bluff si è dovuto ricredere e il brasiliano spera di fare la stessa impressione alla Roma.
Castan si è riposato nel turno infrasettimanale col Pescara ed è pronto a tornare titolare contro i suoi ex compagni. Idem Iago Falque, che alla Roma è stato per un solo anno: gregario più che protagonista. In estate ha fatto le valigie e ha traslocato a Torino con Ljajic, che non dovrebbe riuscire a recuperare dall’infortunio muscolare in tempo, ma conserva una piccola speranza di andare in panchina dopo l’allenamento differenziato di ieri. Non sarebbe certo una bella notizia per Spalletti: il suo dente è forse il più avvelenato, perché nella capitale è stato un incompiuto e ha voglia di dimostrare di valere molto di più. Un altro ex serbo è Mihajlovic, in giallorosso da giocatore dal ’92 al ’94: da allenatore è rimasto imbattuto negli ultimi tre incroci con la Roma. Per preparare questo al meglio sta facendo allenare i suoi alle 12:30, orario maledetto per i granata, che hanno vinto solo una volta su 15. Spalletti se la giocherà con la formazione-tipo: Dzeko tra Salah e Perotti, De Rossi a centrocampo e il blocco difensivo visto nelle ultime due sfide. Vermaelen è out, non riesce a correre sul campo e potrebbe addirittura rivedersi solo dopo la sosta per le nazionali, perché l’infiammazione all’adduttore, se non gestita, rischierebbe di trasformarsi in una forma lieve di pubalgia. Un altro pericolo da evitare.