Nato nel 2001, anno significativo per i colori giallorossi, Ebrima Darboe è baciato da una magia, il vento lo ha portato a Roma, dopo un lungo viaggio. Fuggito dal Gambia poi il duro e infinito viaggio, l’esordio, prima in campionato, poi in Europa League, è terminato con le lacrime davanti alle telecamere: «In Africa è difficile giocare a grandi livelli senza un aiuto. Sono fuggito con due amici, un viaggio duro e avventuroso.
Dopo un anno ho conosciuto Miriam Berruti, una talent scout che mi ha cambiato la vita: ero troppo piccolo, ne avevo bisogno. Vorrei ringraziare tutta la sua famiglia, so che mi stanno guardando». Ebrima arriva in Sicilia poi si sistema in una casa famiglia (incluso nel progetto Sprar, sistema di protezione per richiedenti asilo) a Rieti, lì gli si spalanca davanti il mondo del calcio: l’ingaggio dallo Young Rieti e l’occasione di fare un provino (superandolo) con la Roma.
SI sente vicino a Diawara, per amicizia e caratteristiche tecniche. Il prossimo step è stregare Mourinho, che ha bisogno di un calciatore come lui in mezzo al campo. Certo, Darboe è ancora un ragazzo e ha tempo, ma se dimostrerà di saper mantenere questo talento, chissà.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni