Il terzo 1-0 consecutivo in campionato certifica la nuova faccia della Roma. È una squadra che: 1) da quando non c’è più Salah, tira meno in porta e segna meno gol, ma non ne subisce più; 2) lascia volentieri al Napoli il calcio più spettacolare, ma ha raggiunto una solidità che deve spaventare le avversarie; 3) può fidarsi ormai ciecamente di Dzeko, al ventesimo gol stagionale, il quattordicesimo in campionato, che in questa occasione segna un gol da «cattivo» e non certo da «molle», sovrastando fisicamente in area di rigore Murru, con tanto di proteste del Cagliari; 4) ha fatto dell’Olimpico il suo fortino, arrivando alla tredicesima affermazione interna consecutiva, record eguagliato con quello del novembre 1930, costruito nel mitico Campo Testaccio. Tra due settimane, contro la Fiorentina, si potrà anche migliorare. Si affrontavano il secondo miglior attacco del campionato (Roma 42) e la peggior difesa (Cagliari, 45 incassati, sconfitta in 6 delle ultime 7 trasferte), ma non è stata una gara semplice. La Roma l’ha iniziata con troppa prudenza, difendendo in pratica con una linea a 5: Bruno Peres ed Emerson Palmieri sono rimasti troppo bassi e la Roma ha costruito poche occasioni. Spalletti è presto tornato alla linea a 4, facendo affidamento sulla duttilità di Ruediger. Il tedesco ha risposto benissimo, servendo nel secondo tempo anche l’assist a Dzeko. Il bosniaco ha vinto un duello molto fisico con Murru, anche troppo fisico secondo i cagliaritani. In Inghilterra nessun arbitro avrebbe fischiato, in Italia parecchi lo avrebbero fatto. Guida si è fidato dell’assistente di porta Pairetto e, probabilmente, non ha fatto male.
Il Cagliari e Borriello, che all’andata avevano rimontato la Roma da 0-2 a 2-2, questa volta non sono riusciti a risalire. Questione di bomber. In fondo, la nuova Roma è legata a filo doppio a Dzeko vecchia maniera, cioè un centravanti che fa gol. Il bosniaco, dopo la gara, si è tolto anche un sassolino dalla scarpa: «Vittoria importante contro una buona squadra. I tanti 1-0? Prima si diceva che non era possibile vincere così e adesso ne abbiamo vinte tre di fila. La difesa ha fatto il suo e anche noi davanti abbiamo fatto il nostro dovere. Venti gol stagionali per dimostrare che non sono molle? Sì, l’avete visto. Nel primo tempo ho sbagliato su un grande assist di De Rossi ma nella ripresa ho fatto il mio, sono stato cattivo come chiede il mister: dobbiamo continuare così. Per lo scudetto sfida tra Juve e Roma? No, dobbiamo guardare solo a noi stessi e poi vedremo». Cattivo come piace a Spalletti, che aspetta rinforzi. Anche ieri ha fatto praticamente una sola sostituzione (El Shaarawy), anche se il calcio ormai si gioca in 14.