Alle 20.40 il Colosseo Quadrato è circondato da un muro giallorosso. Roma è scesa in strada per salutare l’arrivo dell’asso argentino, che ora autorizza la città a coltivare più che mai “i sogni di gloria”. Gli oltre 10mila tifosi assiepati dietro le transenne si lasciano andare al primo boato quando, dieci minuti prima delle 21, vedono Paulo Dybala arrivare a bordo di una monovolume nera.
Da dietro il finestrino il bomber argentino saluta per la prima volta la folla. È solo l’antipasto. L’acquisto dell’attaccante argentino ricorda tanto quello di Gabriel Omar Batistuta nell’estate del 2000, l’asso che regalò alla Roma il terzo scudetto della sua storia, e adesso autorizza la tifoseria a sognare.
L’arrivo della “Joya” scatena la festa. L’aria è satura di fumo, nel cielo sventola una bandierone della Sud, mentre i tifosi scandiscono il coro che celebra la vittoria della Conference: “La Roma si/ il Feye no“.
Gli ultras si mescolano a tantissimi bambini. “È un’emozione incredibile“, esclama il figlio di Gaia, un’imprenditrice 38enne arrivata alle 17 da Morena, “per stare in prima fila“, afferma. “Del resto noi in famiglia siamo tutti abbonati in curva Sud”. Adesso la gente di Roma si presenta al campione, scandisce lento “Paulo/ Paulo”, come a volerlo abbracciare.
Lui ricambia il saluto in cima alle scale del Colosseo Quadrato. “Perché noi – assicurano Marco, Emanuele e Valerio, tre studenti arrivati a piedi dal Tufello – siamo meglio degli argentini, siamo ancora più caldi”. E questa festa lo ricorda l’arrivo di Batistuta una calda mattinata di 22 anni fa. L’Olimpico che ribolliva di passione, il pallone calciato in Sud.
FONTE: La Repubblica – L. Monaco