È passato dal guardarla in campo, con la sua classe cristallina, a guardarla sofferente sugli spalti e la musica è completamente cambiata. Freme Paulo Dybala in tribuna nell’osservare i compagni, senza poter dare il suo prezioso contributo nel mantenere vive le ambizioni di alta classifica della sua Roma.
E il nome del fantasista argentino non può non rientrare di diritto nelle analisi del complicato momento che i giallorossi stanno attraversando, perché la differenza sviluppata dalle sue giocate e dai suoi gol si è puntualmente trasformata in una vera e propria crisi d’astinenza.
Sette gol in undici apparizioni, ma soprattutto un gol in media ogni 114 minuti. L’impatto di Dybala nello scacchiere tattico di Mourinho è stato impressionante, d’altronde un giocatore di questa dimensione fa tutta la differenza del mondo, differenza che si nota in maniera evidente quando non è a disposizione.
Nelle ultime quattro partite, infatti, senza l’argentino (Atalanta, Betis, Sampdoria e Napoli) la Roma ne ha perse due e ha segnato solo un gol su azione e l’altro su rigore. Il recupero dall’infortunio procede nella giusta direzione, le sensazioni sono positive e a breve sarà fissata una risonanza di controllo per avere un riscontro oggettivo sulla guarigione della lesione al retto femorale sinistro.
Appena si sentirà meglio, approfitterà di questo periodo anche per conoscere meglio la città: nelle prossime settimane sono in programma dei tour privati ai Musei Vaticani e al Colosseo. Roma città e la Roma nei suoi pensieri, il Mondiale in Qatar sullo sfondo a cui ha una voglia matta di staccare il pass e far parte della spedizione albiceleste. Josè Mourinho e il Ct Scaloni lo aspettano a braccia aperte, la Joya scalda i motori e punta al rientro.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo