Nella favola è il brutto anatroccolo che diventa cigno, mica succede il contrario. Edin Dzeko a un certo punto si è guardato allo specchio, si è ricordato di essere il Cigno di Sarajevo con le piume giallorosse ed ha deciso che il derby doveva essere suo. Un tocco leggiadro per disorientare Acerbi; la difesa del territorio in area di rigore laziale; poi ancora in grazia nel passaggio per Mkhitaryan, che fin lì era stato nominato solo dallo speaker.
Ma siccome questa era la serata degli ultratrentenni, compreso Fonseca, ecco che dalla panchina sollevarsi l’uomo che sistema definitvamente la pratica: Pedro. Non basta una vittoria, ma almeno è un derby di consolazione per quei 46.000 tifosi che avevano comprato il biglietto virtuale per la partita. E che la Roma aveva opportunamente omaggiato con una bella scenografia in Curva Sud. Il primo scontro diretto conquistato serve per l’Europa: vincendo in casa dello Spezia, i giallorossi sarebbero in Conference.
Sono messaggi forti per Josè Mourinho che si è goduto la Roma nella strategia e nello spirito che lo contraddistingue. Mkhitaryan, che con Mourinho ha litigato ai tempi di Manchester, non chiude la porta al rinnovo: “Quello che è successo anni fa non conta. Qui si riparte da zero nell’interesse della Roma, Mourinho darà una mano. C’è tempo per decidere sul contratto, ma io sono innamorato di questa squadra e di questa città“. E poi c’è Dzeko che al termine della sfida è stato omaggiato dai suoi compagni.
“Io non penso al futuro ma al presente – racconta – è bello festeggiare con una vittoria dopo tanta sofferenza. Ci tenevamo a finire bene la stagione, anche perchè Fonseca ci aveva chiesto un regalo per la sua ultima volta all’Olimpico” e poi su Mou: “Per la Roma è stata la scelta migliore possibile, avete visto cosa sta succedendo?”
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida