“E meno male che questi erano buoni…”. Così parlava scuotendo la testa giovedì pomeriggio un anziano residente di via Cavour, osservando sconsolato centinaia di ultrà del Leicester completamente ubriachi che venivano fatti salire dalla polizia sui bus trasformati in navette per raggiungere sotto scorta lo stadio Olimpico. L’ultima volta che almeno cinque di quei mezzi pubblici dell’Atac, nei giorni normali al servizio dei romani e dei turisti, sono partiti integri, perché solo pochi minuti più tardi sono stati devastati dagli stessi tifosi inglesi.
Danneggiamenti gratuiti, con finestrini in frantumi, sedili divelti, rifiuti e lattine di birra ovunque, che si aggiungono agli undici feriti fra steward e poliziotti all’interno dell’Olimpico nei tafferugli scoppiati nel primo tempo proprio con gli ultrà ospiti, bersagliati dai romanisti dall’altra parte della vetrata dei distinti nord, lato Monte Mario, con oggetti di qualsiasi genere.
Alla fine il bilancio è stato pesante: nove inglesi fermati, sette dei quali poi arrestati e ieri mattina condannati con la direttissima a un anno di reclusione, pena sospesa e ordine di rimpatrio immediato. Per tutti infine – anche per i due solo denunciati per aver acceso dei fumogeni nonostante il divieto – Daspo di cinque anni, valido in Italia ma anche in Europa.
Insomma quella che per alcuni alla vigilia doveva essere una trasferta innocua, ma che per la polizia era a rischio comunque, anche per la presenza di personaggi considerati pericolosi come gli appartenenti al gruppo Baby Squad, ha riportato alla ribalta le conseguenze della permanenza in pieno centro per oltre 24 ore di migliaia di tifosi di mezza Europa. I tifosi inglesi arrestati, fra i 23 e i 36 anni, sono stati accusati di resistenza, violenza, lesioni personali e minacce a pubblico ufficiale.
FONTE: Il Corriere della Sera – R. Frignani