La camera, con bagno ovviamente, nella foresteria di Trigoria, al primo piano della palazzina principale. La colazione, il pranzo e la cena nel ristorante del club, con Pinto e il suo staff. La mascherina sempre indossata all’interno del centro sportivo, le passeggiate tra i campi all’esterno, un po’ di palestra, tante riunioni.
E poi, ancora: due tamponi al giorno, uno rapido e uno molecolare, le partite dell’Europeo viste con i suoi collaboratori, i colloqui (a distanza) con i calciatori. José Mourinho sta trascorrendo così, in quarantena versione light, i primi giorni a Trigoria, all’interno del Fulvio Bernardini.
Giovedì dirigerà il primo allenamento ufficiale, probabilmente nel pomeriggio, poi farà la conferenza e inizierà anche a scegliere la casa e i luoghi di riferimento in città. In pole c’è Palazzo Taverna, in centro, ma per adesso Mou non si muove da Trigoria.
La sua è una piccola routine: per lui cucina lo chef del club, Luka Jurovich, e i pasti sono sempre molto leggeri, con preferenza di carboidrati a pranzo e proteine a cena, con la carne nettamente preferita al pesce. (…)
A Trigoria, su alcune cose, si vede già la sua mano nel senso che sul terreno dove si allena la prima squadra è stato installato un enorme Led per poter far vedere direttamente ai giocatori gli errori, o le cose fatte bene, durante le sedute. (…)
Mourinho gira per Trigoria in “divisa sociale sportiva” cioè con materiale tecnico New Balance personalizzato e non ha avuto modo di incontrare tante persone, essendo arrivato di venerdì pomeriggio.
Quando, però, incrocia sulla sua strada qualche dipendente gli va sempre incontro, lo vuole conoscere, gli chiede di cosa si occupi e ha un approccio molto soft e confidenziale. In sintesi: non fa pesare il fatto di essere José Mourinho. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli