Aggrappati a Dybala, aspettando il suo rientro quasi come si fa con un figliol prodigo. Anche perché i numeri di questa stagione fin qui parlano chiaro: con Paulo in campo è una Roma, senza – purtroppo – tutt’altra. Ed allora dalla sfida con il Bologna del 4 gennaio, quella prevista alla ripresa del campionato, ci sarà bisogno soprattutto di lui per riprendere a marciare in un certo modo e dare l’assalto a quel quarto posto che vorrebbe dire tornare in Champions League, che poi è il vero obiettivo stagionale della seconda Roma targata José Mourinho.
Con Dybala in campo la Roma in campionato ha avuto finora una media di 2,22 punti a gara, senza i giallorossi sono scesi a quasi la metà, esattamente 1,16 a partita. Fra gol e assist, Dybala in questa Serie A ha già lasciato il segno ogni 86 minuti, se si prendono in considerazione sia i gol (5) sia gli assist (2).
Ma quello che impressiona di più è il peso specifico del neo campione del mondo sulle fortune della Roma, visto che Paulo finora ha segnato 5 delle 18 reti giallorosse, con un’incidenza del 27,8% sulla produzione offensiva dei giallorossi. Se prendiamo in considerazione le prime sette del campionato, quelle sulla carta in corsa per la Champions e per lo scudetto, solo l’inglese Ademola Lookman ha pesato di più della Joya, avendo segnato 7 delle 22 reti dell’Atalanta (pari esattamente al 31,8%).
Dietro la Joya si è invece messo il fior fiore degli attaccanti del nostro campionato: Vlahovic (Juventus, 25%), Osimhen (Napoli, 24,3%), Immobile (Lazio, 23,1%), Leao (Milan, 20,6%) e Lautaro (Inter, anche lui 20,6%), tutti con percentuali inferiori all’argentino della Roma.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese
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