Luciano Spalletti fa da chioccia alla squadra e con l’occasione protegge se stesso e quel precario equilibrio che ha creato da qualche settimana a questa parte, che lo ha portato a raggiungere lo straordinario (si fa per dire) risultato del secondo posto a -7 punti dalla Juventus. Risponde nervoso ai giornalisti a cui consiglia di scrivere articoli su Fazio e fa polemica con Mediaset che gli replica per le rime. La tanto aspirata mentalità e il lavoro fatto fino ad oggi sono in pericolo, lui si immola aiutando Nainggolan nell’esprimere un concetto in conferenza stampa e attaccando i media: «Quello di Bergamo è stato un episodio tattico. Radja ne ha parlato in modo normale, ci sono delle sostituzioni in cui si può invertire la posizione e andare più vicino alla palla. Poi è chiaro che se il giornalista a bordocampo racconta una cosa sbagliata, c’è la volontà di creare il doppio delle difficoltà raccontando bugie. E si sa che le bugie hanno le gambe corte. O per lo meno, la doppia cattiveria si brucia in metà tempo. Poi non ti rimane niente da dire, perché le spari tutte».
CLIMA INCANDESCENTE – È il caos, l’atmosfera si scalda, il litigio che ha visto coinvolti il centrocampista belga e Domenichini a Bergamo poi raccontato dai media e confermato da testimoni del club, ha destabilizzato Spalletti: «È una bugia totale anche quello che è stato detto il giorno dopo sulla riunione. Cominciamo a fare nome e cognome. Quando c’è il topo che riporta delle cose, la prima domanda è: “perché le dice?” Perché ha dei vantaggi propri». La morale, insomma, è sempre la stessa: la colpa di tutto è dei media. Ma se da una parte Lucio sostiene il suo operato tutelando la squadra, dall’altra conosce i calciatori pronti ad usare l’ambiente come alibi: «La squadra ha fatto vedere di non aver perso questo vizietto e che c’è da lavorare in maniera seria e profonda per mettere a posto le difficoltà. La scorsa settimana si parlava di contratti, ma bisognerebbe parlare dell’impegno per sistemare le cose che ancora non vanno bene. Sono ancora convinto di poter ambire al massimo in campionato e in Europa. Il Plzen? Vogliamo la qualificazione. Si dice che al tempo non c’è retromarcia ed è la verità».
IL NODO – La scorsa estate Nainggolan è stato a un passo dal Chelsea ed ora è in attesa di un aumento di stipendio: «Con la società sono in buona sintonia. Con loro ora non sto parlando di cose di cui abbiamo già discusso mesi fa. In quattro mesi cambia poco». Un problema per il Ninja è lo stadio vuoto: «Ci manca il supporto del pubblico. Martinez? Ero un po’ deluso della mancata convocazione, ma il ct fa le sue scelte». Nainggolan come Strootman non è partito per la Nazionale: «Kevin giocherà, c’era da aspettarsi che non fosse subito il calciatore che conosciamo, ma muscolarmente ha fatto un lavoro eccezionale», ha concluso Spalletti.