Da “non sono un pirla”, prima conferenza milanese-interista, a “Daje Roma”, prima dichiarazione romana-romanista. Passano gli anni, ma lo spunto di José Mourinho resta sempre lo stesso. Ora però deve dimostrare qualcosa che quando che quando venne scelto da Moratti per trasformare la grande perdente in grande vincente era già implicita nella scelta stessa.
Ora José deve tornare a vincere. Alla Roma arriva con una rescissione consensuale e due esoneri, tutti in Inghilterra, nei suoi ultimi tre capitoli di allenatore. Per iniziare il processo di trasformazione dalla difesa. Difficilmente il portiere titolare sarà uno tra Pau Lopez e Mirante, ma al di là delle scelte, Mourinho cambierà il sistema difensivo: la chiuderà a doppia mandata.
Dalla difesa a tre con un centrale di costruzione come Cristante, è probabile che la di Mourinho torni alla difesa a 4, magari sempre con Cristante, ma davanti alla coppia centrale. Mourinho potrebbe ritrovare a Roma una specie di Zanetti, ovvero Florenzi, di rientro dal prestito parigino (sempre che ciò avvenga).
Se nella Roma della prossima stagione Mkhitaryan sarà ancora uno dei punti di forza, visto che in questo è campionato è tuttora il capocannoniere della squadra, non è da escludere che Mourinho lo avvicini ancora di più alla porta, come spalla del centravanti.
FONTE: Il Corriere dello Sport – A. Polverosi