La Roma è fuori dal “settlement agreement”, e questa è la buona notizia. Per per essere “compliant”, cioè conforme, alle leggi imposte dalla Uefa, la società ha scelto una strada che prevedesse oltre ai 30 milioni di euro di plusvalenze, il pagamento di una multa di pochi milioni (un paio, sembra), quindi una sanzione pecuniaria e non sportiva.
Per capire bene la situazione attuale, è bene fare un passo indietro, al momento in cui la Roma ha firmato con la Uefa un accordo “flessibile“, che prevedeva vari step e altrettante sanzioni in caso di mancato rispetto delle condizioni.
Se, ad esempio, la società avesse chiuso il bilancio con meno plusvalenze rispetto ai circa 30 milioni prodotti, sarebbe potuta incorrere in sanzioni di carattere sportivo – squalifiche, limitazioni della rosa, esclusioni varie – che avrebbero condizionato la partecipazione alla prossima Europa League.
Viceversa, se le plusvalenze fossero state ancora di più, non ci sarebbe stato bisogno di pagare la multa per integrare. La Roma ha scelto una strada intermedia per non intaccare il valore della rosa, e Tiago Pinto ha raggiunto l’obiettivo rinunciando a calciatori – Tahirovic, Kluivert, Volpato, Missori e Carles Perez – che lo Special One non ha quasi mai utilizzato o che non erano proprio in rosa. Una strada indicata dalla proprietà e preferita a quella alternativa, cioè vendere i pezzi più pregiati.
Il piano che si sono dati i Friedkin, quindi, è stato rispettato perché prevedeva che non ci fossero sanzioni di carattere sportivo: ora che verrà pagata la multa, la Roma sarà completamente in linea con i paletti del Fair Play Finanziario. Questo non significa che da oggi non dovranno essere comunque rispettati quei parametri, che non spariscono, ma che il duro lavoro di pianificazione messo in atto dalla società ha portato i suoi frutti. Ora per Pinto inizia la fase del rafforzamento della rosa con la ricerca di un centravanti (Scamacca favorito) e un centrocampista, (avanza Renato Sanches). El Shaarawy, infine, ha rinnovato fino al 2025.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini