Vincere forse nemmeno basta. La Roma ha bisogno di abbattere il Cagliari, con una prestazione convincente. La sconfitta contro il Porto, specie per come è arrivata, brucia ancora tanto. E dai giallorossi ci si aspetta molto, perché lo stesso Spalletti ha caricato tutti con immaginifiche aspettative: «È la squadra più forte che abbia allenato», aveva detto prima della sfida con il Porto per poi, correttamente, ridimensionarsi il giorno dei sorteggi di Europa League. Forte e di valore nettamente superiore al Cagliari, per ingaggi, per costi dei calciatori e per tutto il resto. Non si attendono altri scherzi. Perché una botta si assorbe, due nella stessa settimana possono far scaturire danni incontrollabili nella testa dei giocatori. Ecco perché stasera, al Sant’Elia, sarà una prova di appello vera, un esame, di quello che non si può, né deve, sbagliare, pur essendo solo alla seconda sfida di campionato. Spalletti non potrà commettere gli errori – da lui stesso ammessi – di martedì in Champions e le scelte dovranno essere ponderate, alla luce della quarta partita in poco meno di quindici giorni.
Il Cagliari e le ultime 72 ore di mercato dovranno fare chiarezza sulla reale dimensione della Roma, costruita per passare il turno in Champions (scommessa persa) e per battagliare in campionato contro la Juventus, con il Napoli e ora, sulla carta, anche con l’Inter alla luce dei botti di mercato spiegati alla Uefa. Un fine settimana lungo di risposte e di prese di coscienza da parte di tecnico e dirigenti. Spalletti capirà se la rosa a sua disposizione, come sostiene il direttore generale Baldissoni, sia sufficiente per gli impegni/obiettivi da portare avanti o se, alla luce pure degli infortuni vecchi (Ruediger) e nuovi (Mario Rui) e senza i soldi della Champions, si possa o debba fare ancora qualcosa per l’ulteriore salto in alto. Il regista di cui avrebbe bisogno Spalletti c’è, è Paredes, così almeno è stato deciso, il ds Sabatini sta dirottando le sue attenzione sul sostituto di Vainqueur, dato in uscita; i vice di Mario Rui sono Emerson Palmieri e Juan Jesus: il primo una scommessa futuribile, il secondo (a Cagliari non ci sarà, così anche Totti, Torosidis e Vainqueur) un esterno adattato. L’ideale, in questo momento, sarebbe uno come Darmian, capace nel doppio ruolo di esterno, sinistro e destro.
LA SARDEGNA PER RIPARTIRE – La partita prima della sosta è sempre piena di insidie. Perché in caso di non successo, lo strascico di malumore sarebbe inevitabilmente più lungo. I quindici giorni senza campionato consentiranno a tanti calciatori di staccare la spina, tranne per i nazionali. Non c’è tempo per riposare per tutti: Strootman, ad esempio, stasera sarà regolarmente in campo per la quarta partita di fila in quindici giorni. Sarà importante da capire a che punto sia la condizione fisica sua e di tutta la squadra. Torna Vermaelen al centro della difesa dopo lo stop forzato in Champions; c’è Bruno Peres e a De Rossi, molto probabilmente, verrà concessa un’altra chance, così come – l’appello di Spalletti – alla Roma stessa. Torna a disposizione Florenzi, che troverà posto – come da prova a Trigoria venerdì – sulla fascia (se non si vorrà insistere su Emerson) oppure più avanti, nel tridente o come incursore di centrocampo. El Shaarawy spera di tornare a giocare, anche perché quest’inizio così e così gli ha fatto perdere momentaneamente la Nazionale. Dubbi sulla presenza di Dzeko, c’è aria di tridente senza il vero nove. Tra i convocati c’è Ricci, in attesa che si sblocchi la trattativa con l’Atalanta. Iturbe torna in panchina dopo l’apparizione col Porto, così come Gerson. Alisson continua a sperare ma l’impressione è che il brasiliano possa diventare in pianta stabile il portiere di coppe (Italia e Europa League).