Ci siamo. La settimana decisiva è appena cominciata. Tanto per la ripresa del campionato, quanto per gli allenamenti. Entro il 28 dovrebbero essere sciolte le riserve sul ritorno della Serie A. E da oggi la Roma rientra a Trigoria ad allenarsi in maniera completa. Qualche seduta collettiva è già andata in scena negli ultimi giorni, ma sempre seguendo le regole del distanziamento. In soldoni, l’uso del pallone era stato limitato ai tiri in porta e a qualche prova di schema tattico. Ancora niente partitelle, che però da oggi hanno il via libera allo svolgimento anche dalla Federazione.
Dunque la lunga trafila verso il ritorno alla normalità sta per arrivare al culmine, proprio nei giorni in cui si valuta il prosieguo della stagione agonistica. A due mesi e mezzo di distanza dall’ultima seduta completa della squadra, in quella che avrebbe dovuto essere la vigilia del match di Europa League contro il Siviglia. Poi due mesi di allenamenti domestici, con i necessari consigli in videochiamata da parte di Fonseca, dei preparatori e dei nutrizionisti.
Il ritorno al Fulvio Bernardini a inizio maggio, dopo tre giorni di accuratissime visite cliniche con la collaborazione degli specialisti del Campus Biomedico, ricominciando il lavoro in tre gruppi scaglionati in diverse fasce orarie. E adesso, dopo altri cicli di tamponi (sono stati in totale cinque quelli ai quali si è sottoposta la squadra), si riparte tutti insieme. Anche con le partitelle, in vista di uno sprint di preparazione che dovrà portare tutti i giocatori al massimo possibile per la metà di giugno. Quando presumibilmente ci si tufferà nuovamente in clima campionato.
Sembra ormai un ricordo sbiadito, ma gli ultimi turni del torneo avevano riproposto una squadra in crescita, dopo il pesante calo a cavallo fra gennaio e febbraio. La Roma stava ritrovando il bandolo della matassa, grazie soprattutto all’ottima vena di Henrikh Mkhitaryan. Un problema muscolare alla coscia lo aveva tolto dai giochi proprio nel momento più complesso, ma il suo ritorno dall’ultimo infortunio era stato in grande stile.
Tre gol e tre assist nelle cinque gare disputate in quel lasso di tempo: un evidente peso specifico nella manovra offensiva che hanno portato Fonseca a schierarlo sempre titolare in quel periodo. Fino alla partita vinta a Cagliari (l’ultima giocata dalla Roma prima dello stop per la pandemia), nella quale l’armeno si è distinto come vero e proprio mattatore.
La stima che il tecnico portoghese ripone nei suoi confronti non è certo un mistero. Tutte le volte in cui ne ha parlato pubblicamente, gli elogi si sono sprecati. E anche lontano da taccuini e microfoni, l’allenatore non fa che tessere lodi sperticate del fantasista. Giocatore dotato evidentemente di talento cristallino, ma anche e soprattutto di intelligenza fuori dal comune. E non soltanto calcistica. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore