Tutto e il contrario di tutto. La Roma esce dal Dragao con un 1-1 che lascia aperto il discorso qualificazione alla Champions League, con il vantaggio del gol segnato in trasferta. Nella gara di ritorno — martedì all’Olimpico, ci sarà anche il nuovo acquisto Bruno Peres — serviranno una vittoria o uno 0-0. In mezzo, l’impegno di campionato contro l’Udinese, sabato alle 18. In cinque delle ultime sei sfide (Lazio, Napoli, due volte Udinese e Sampdoria) il preliminare di Champions League ha bocciato la squadra italiana: ultima sopravvissuta il Milan edizione 2013-2014. E anche ieri sera è stata una gara sulle montagne russe, dominata dai giallorossi per 30’ e poi per un’ora con la testa sott’acqua. Spalletti conferma le impressioni. In porta c’è Alisson, che ha fatto tutta la preparazione con la squadra, e in attacco c’è Dzeko, a caccia di rivincita dopo la travagliata stagione scorsa. Il talentino Gerson, pagato 17 milioni, non va neppure in panchina. L’adattamento al calcio italiano richiede tempo. Ma, poiché di tempo non ce n’è, sembra anche un segnale alla società: serve un altro centrocampista, visto che Vainqueur non rientra più nei piani. Espirito Santo preferisce i muscoli dello spagnolo Adrian Lopez alla velocità del messicano Corona.
La partita si accende subito. La Roma domina per possesso palla e occasioni. Due salvataggi sulla riga (Felipe su Salah e Telles su Dzeko) e una parata super di Casillas rendono giusto il colpo di fortuna con cui la Roma passa in vantaggio, al 21’. Corner corto di Salah, cross di Florenzi e Felipe devia goffamente nella sua porta. Pochi secondi dopo Alisson è bravo a salvare a terra. La gara gira sulla doppia ammonizione di Vermaelen, tra il 28’ e il 41’. Davvero inutile la prima a centrocampo, letale la seconda. Spalletti preferisce inserire Emerson e non Fazio, mandando al centro Juan Jesus. Nel convulso finale di primo tempo Kuipers non vede un fallo di mano di Emerson, in area, su colpo di testa ravvicinato di Adrian Lopez. Era rigore e si poteva discutere sulla chiara occasione da gol. Il Porto rientra negli spogliatoi furibondo. La ripresa è di sofferenza. Il Porto pareggia, ma Kuipers viene salvato dall’assistente di porta e annulla per fuorigioco di Adrian Lopez. È ancora l’assistente ad aiutarlo pochi minuti dopo: questa volta Emerson non sfugge al rigore per un altro fallo di mano. L’incidenza del brasiliano sulla gara è disastrosa. Il Porto spinge, crea occasioni, ma non passa più. Si torna a Roma con un punto tutto sommato buono e l’idea che per il quinto anno di fila la Roma non abbia un terzino. Basterà Bruno Peres?