Di buono solo il passaggio del turno, una qualificazione agli ottavi di finale che per la Roma in Europa League equivale ad eguagliare un record del passato. Per il resto la solita storia, perché i giallorossi visti ieri sera in Belgio contro il modesto Gent, sono davvero ancora poca cosa e brutta controfigura di quelli spumeggianti e creativi che avevano impressionato a inizio stagione. A parziale discolpa di Fonseca & Co., una rosa decimata dagli infortuni, che però ormai non fa quasi più notizia.
La Roma adesso è questa e con quello che si è visto ieri sera a Gand i tifosi devono fare i conti. La sintesi della partita potrebbe essere: massimo risultato con il minimo sforzo visto che la Roma ha tirato in porta (nello specchio) una sola vota, realizzando il gol decisivo firmato Kluivert. Anche se sulla rete decisiva del giovane olandese c’è di nuovo la firma di Mkhitaryan ancora una volta il migliore in campo dei suoi. L’armeno copre, filtra, propone e corre un po’ ovunque, tiene botta fino in fondo ed è una (assieme a Cristante e Kluivert) delle poche note positive della serata.
Altri suoi compagni invece, a dir poco inguardabili, con il solito ballottaggio Kolarov-Spinazzola per avere l’ambita palma del peggiore in campo: il serbo scheggia un palo in avvio, poi scompare dal campo. Una competizione di traversone alla quale ieri sera ha partecipato anche Mancini che non riesce più a giocare ai suoi livelli. Ieri ha sul groppone il gol incassato dai giallorossi firmato da David e, almeno in un altro paio di occasioni, gli poteva andare pure peggio. Meno male che dall’altra parte del campo c’era il Gent. Ma ora viene il bello e chissà se lo spavento preso potrà diventare nuova linfa per una Roma che oggi scoprirà dall’urna di Nyon la prossima avversaria agli ottavi.
Perché è chiaro comunque, che da qui in avanti , per continuare a tenere in piedi la stagione, a Fonseca servirà qualcosa di molto diverso da quanto visto finora. Ora incontrerà avversari di tutt’altro livello (da evitare le inglesi e possibilmente il Siviglia, oppure la stessa Inter) e sbagliare sarà impossibile. Resta comunque almeno un dato, confortante e che dovrebbe far riflettere: non era mai capitato dal 1931 (da quando la Roma gioca le coppe europee, tornei Uefa e non) di disputare per sei stagioni di fila un ottavo di finale di una competizione internazionale. Ovvero, di essere per sei anni consecutivi tra le 16 migliori di Champions o Europa League. Eppoi vai a parlar male del povero Pallotta…
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini