La Roma aspetta Friedkin e lo stadio. Il mese di marzo secondo le attese doveva essere quello della svolta su due fronti più che fondamentali per il club giallorosso, che sul campo avrebbe cercato di riacciuffare il quarto posto ,con l’ostacolo Siviglia da affrontare in Europa League.
L’emergenza coronavirus ha però fermato l’Italia e il mondo intero , bloccando tutte le competizioni e stoppando sul più bello la trattativa per il passaggio di proprietà dalle mani del gruppo di azionisti guidato da Pallotta a quello di Friedkin, numero uno dell omonimo gruppo che fa base a Houston.
I due imprenditori dalla fine della scorsa estate avevano iniziato i colloqui per l’affare e, nonostante ci sia un momento di impasse, entrambi gli schieramenti sono convinti che una volta chiariti e approfonditi al meglio i danni che subirà il calcio il «deal» potrà essere portato a termine.
Nelle ultime due settimane è sorto un po’ di nervosismo ed ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino addossando la colpa dei ritardi per la firma dalla controparte. Pallotta, che a fine febbraio aveva già versato 89,1 milioni dei 150 totali dell’aumento di capitale, a più riprese ha fatto capire alla dirigenza di Trigoria di essere disposto ad andare avanti nella gestione, ma quel che è certo è che i suoi soci sono sempre intenzionati ad uscire dal progetto Roma.
Dall’altra parte Friedkin sta avendo come tanti imprenditori del settore automobilistico un calo dei ricavi, ma il texano può vantare alle sue spalle un consorzio con investimenti diversificati, un fattore che permette una ripartenza post-crisi più rapida. Nella settimana che si appresta ad iniziare è stata fissata una videoconferenza per fare il punto della situazione.
Più serene le aspettative sul futuro stadio di Tor di Valle, ma ovviamente ci saranno degli inevitabili ritardi dato l’attuale momento critico. La delegazione guidata da Baldissoni ha raggiunto un accordo con il Comune sulla convenzione urbanistica e i tecnici sono alle prese con la scrittura del testo, che in teoria doveva essere pronto entro marzo.
Spettatore più che interessato è Vitek, che aspetta l’asseverazione relativa ad Eurnova per far uscire completamente di scena Parnasi. L’immobiliarista ceco non è però interessato a farsi carico della costruzione dell’impianto vero e proprio e dell’area commerciale: l’opzione più concreta è che la Roma acquisti questa fetta del progetto, lasciando a Vitek il compito di occuparsi del business park.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora