La sensazione è che la Roma si sia incagliata nella legge di Murphy. Già gli infortuni di Smalling e Wijnaldum contro il Feyenoord avevano raffreddato la gioia per la qualificazione alle semifinali di Europa League, e anche per questo la trasferta contro l’Atalanta era temuta. Ebbene, la partita è stata persa, Milan e Inter sono tornate sotto e, per di più, José Mourinho ha perduto Llorente per un paio di settimane, mentre Dybala ha accusato una contusione alla caviglia destra.
La Roma è molto irritata per la poca tutela che gode la Joya. Si tratta, a loro parere, di uno dei giocatori vetrina della Serie A e dovrebbe essere interesse di tutti tutelarlo al meglio, cosa che non sarebbe avvenuta in occasione della entrataccia di Palomino. La partita di sabato contro il Milan può essere decisiva per la corsa Champions e, al momento, la presenza di Dybala in campo è solo una speranza.
L’affaticamento al flessore sarà valutato oggi a Trigoria con una ecografia, ma ieri l’attaccante è stato sottoposto a una visita alla caviglia che avrebbe escluso delle conseguenze per i legamenti. Oggi, comunque, gli esami saranno ripetuti.
Comunque anche Smalling preoccupa. L’inglese potrebbe saltare addirittura l’andata delle semifinali contro il Bayer Leverkusen, mentre neppure il ritorno appare così certo. Un disastro quasi intero, invece, se si considera che anche Llorente sarà fuori causa almeno contro Milan e Inter. Tenendo conto che Karsdorp ha chiuso in anticipo la sua stagione, solo lo stop di Wijnaldum sembra meno decisivo per «Re Mourinho».
Gli unici sorrisi oggi arrivano dalla intervista fatta da Diletta Leotta a Dybala, disponibile da oggi su Dazn. L’argentino, infatti, ha dimostrato un attaccamento enorme ai colori giallorossi. “La gente è caldissima – dice – Quando è emersa la possibilità di venire a Roma mi sono detto: ‘Devo far qualcosa in questa città’”. Chi invece viene incoronato è Mou. “Se fosse un pezzo degli scacchi sarebbe un re. Prima di arrivare qui alla Roma ci siamo sentiti due volte. Ho sentito con lui un feeling speciale”. I titoli di coda sono sull’indossare la maglia numero 10 («mai dire mai»). Ma la testa adesso è al Milan.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini