L’ennesima rimonta subita, la terza stagionale, complica il percorso della Roma in Europa League. I giallorossi sono ancora in testa al gruppo E grazie alla differenza reti, ma il pari dell’Olimpico (3 a 3) contro l’Austria Vienna che ha gli stessi punti (5) può diventare fatale. Il risultato, dopo 3 successi di fila, è deludente anche perché maturato nel finale del match in cui sono stati sperperati due gol di vantaggio. Lo stesso Spalletti non ha convinto con le 3 sostituzioni che hanno disorientato la squadra.
OPZIONE TRIO IN TILT – Il toscano, per fronteggiare l’emergenza difensiva, ha scelto il suo blocco per dare certezze alla Roma. Il 25 settembre, dopo il crollo in trasferta contro il Torino, bocciò la formula con il doppio fluidificante. E, di conseguenza, quel giorno decise di puntare su quella con 3 centrali: Manolas, Fazio e Juan Jesus. Così, contro l’Austria Vienna, l’ha riproposta per il 4° match di fila, dopo i 3 successi consecutivi contro l’Astra Giurgiu, l’Inter e il Napoli. Ma stavolta ha sbandato sul più bello. A destra c’è, come al San Paolo, Florenzi che va ancora all’assalto. Fink si è messo a specchio contro Spalletti e il suo 4-2-3-1 prevede esterni offensivi pericolosi, Venuto a destra e Felipe Pires a sinistra. Il primo e anche il centravanti Kayode attaccano in velocità Juan Jesus che, però, sbaglia di suo. Cioè con la palla. Tra i piedi. Retropassaggio lento ma utile per il contropiede di Kayode che, trovando la linea giallorossa fuori posizione, riesce a pennellare in area per Holzhauser. Gran sinistro al volo per il vantaggio.
TURNOVER OBBLIGATO – La Roma inizialmente fatica a trovare l’equilibrio. Si allunga anche perché gli interpreti cercano la posizione ideale. La rotazione è fondamentale per risparmiare alcuni titolari, ma al tempo stesso, quando coinvolge più giocatori, va a intaccare il comportamento di squadra. Sono 5 le novità di Spalletti per la gara di coppa: Alisson, Gerson, Iturbe, Totti ed El Shaarawy. Il vero esperimento, però, è a centrocampo. Largo finalmente ai giovani, cioè al tandem inedito e inesperto composto dal ventiduenne Paredes e dal diciannovenne Gerson. Che, in coppia, non si fanno trovare impreparati.
CECCHINO INFRASETTIMANALE – Gerson, alla prima verticalizzazione, lascia il segno. Il sinistro è dolce soprattutto per El Shaarawy che pareggia con un pallonetto: 1 a 1. Niente da fare per il portiere capitano Almer che si fa male subito dopo. Totti non fa il centravanti puro e spesso viene affiancato da Nainggolan per il 4-2-4 che Spalletti utilizzò nella fase più esaltante della scorsa stagione. Il capitano, alla partita numero 100 nelle coppe continentali, il meglio lo dà ancora una volta da rifinitore. Splendido il lancio per il bis di El Shaarawy che si conferma implacabile quando parte titolare. L’unico gol, fin qui, al Crotone nell’unica gara, prima di questa, giocata dall’inizio. E sempre in mezzo alla settimana. Ne offrirà anche uno d’esterno a Florenzi per il momentaneo 3 a 1.
BLACK OUT INSPIEGABILE – La Roma, in vantaggio di 2 gol fino a 8 minuti dal recupero, riesce sciaguratamente a regalare il pari all’Austria Vienna che manda in tilt la difesa giallorossa. Errori per tutti. E si distrae anche il portiere Alisson. Segnano Prokop e Kayode. I giallorossi, peccando di superficialità, hanno pensato di aver chiuso la gara. E anche lo stesso Spalletti, continuando il turnover in corsa, ha inviato il messaggio peggiore ai suoi giocatori, dando per acquisito il risultato. Salah per El Shaarawy, Emerson per Florenzi e anche Dzeko per Iturbe che continua a fare cilecca. L’assetto si è allungato come ad inizio partita e Fink si è preso il punto che lo fa restare secondo nel gruppo E con gli stessi punti dei rivali che però ospiterà il 3 novembre a Vienna.