«Per puntare alla Juventus dobbiamo essere come i bianconeri, vincere le stesse partite e avere gli stessi obiettivi». Ennesimo esame, oggi pomeriggio a Bergamo con l’Atalanta, per la Roma di Luciano Spalletti, che mira a consolidare il ruolo di prima antagonista dei campioni d’Italia. I giallorossi dovranno dimostrare di aver fatto il salto di qualità richiesto per colmare il «gap», anche se il tecnico juventino Allegri ha chiesto ai suoi di restare in testa fino alla sosta natalizia. «Loro sono criticati perché non giocano bene, ma quando lo faranno saranno ancora più forti. Noi per vincere abbiamo bisogno di essere bellissimi, loro ci riescono senza esserlo, ma con le giocate dei singoli. Per mirare ai bianconeri, dobbiamo essere come loro, cogliere l’attimo».
La gara di oggi, in questo senso, sarà importantissima. «L’Atalanta è la rivelazione del campionato, lo dimostrano i numeri e il gioco che esprime. Dovremo combattere, sono bravissimi nei duelli individuali, danno sempre il massimo: dobbiamo rispondere respiro dopo respiro e siamo pronti alla battaglia». Recuperati Strootman e Nainggolan («È stato fondamentale averli durante la pausa, spesso in nazionale si va oltre il limite, li abbiamo fatti respirare e potuto programmare questo periodo nel migliore dei modi»), convocato Paredes (partirà dalla panchina), non ce l’ha fatta Francesco Totti, che ha dato forfait dopo l’allenamento di rifinitura a causa del solito problema muscolare.
Davanti ci sarà ancora Dzeko («L’espulsione in nazionale? Deve ancora imparare qualcosa nella gestione di quelle situazioni, è il suo tallone d’Achille»), in difesa rientrerà Manolas e c’è il dubbio del modulo: con Ruediger spostato a sinistra (e Fazio centrale) sarà difesa a tre, con Juan Jesus a quattro. Di sicuro ci sarà Bruno Peres, rimproverato dal tecnico per l’incidente automobilistico in piena notte della scorsa settimana. «Lui era più dispiaciuto di me, ma qualcosa gliel’ho detta: abbiamo la responsabilità dell’immagine della Roma e non possiamo farci beccare in questi atteggiamenti».
Ha parlato anche del suo futuro, il tecnico giallorosso che ha il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. «C’è anche la mia valutazione da fare, ma credo che per stare alla Roma bisogna fare i risultati. A volte la società ha fatto contratti lunghi ad allenatori che poi ha dovuto mandare via, io li voglio aiutare a non sbagliare. Non è corretto dire che dopo 12 partite abbiamo già raggiunto un risultato, un giudizio va dato all’ultimo, nel frattempo la società deve organizzarsi, cominciare a guardare i calciatori. Il mio ruolo dipenderà dalla squadra, dai risultati, ma la Roma è in crescita continua, anche fuori dal campo».