Oggi comincia di fatto la sua nuova avventura in giallorosso, dopo le cinque ore trascorse nella Capitale per la fi rma del contratto e le visite mediche. La Nazionale ha permesso a Henrikh Mkhitaryan di presentarsi alla Roma in maniera sontuosa, dopo aver messo paura alla difesa azzurra e la doppietta rifi lata a Dzeko e i suoi fratelli.
Il centravanti bosniaco gli ha dato appuntamento a Roma, si aspetta dall’armeno tanti assist e un’assistenza continua su tutto il fronte d’attacco. La moglie Betty Vardanyan, armena anche lei, mentre Henrikh era impegnato in Nazionale, ha chiesto informazioni sulla casa: la vorrebbero prendere all’Eur, non distante da Trigoria e dal centro.
E’ arrivato ieri sera, intanto alloggerà in zona, dove ha dormito anche in occasione del velocissimo blitz di una settimana fa, in quello che era il quartier generale di Walter Sabatini. E’ sbarcato a Roma, è uno dei più importanti calciatori dell’est europeo di questo secolo, in Armenia è considerato una specie di eroe nazionale.
Dal 2012 è cittadino onorario di Erevan, la Capitale dell’Armenia, è il primo giocatore armeno ad aver giocato in Germania e nella Premier, il primo a misurarsi nella serie A.
SI PRESENTA OGGI Da oggi comincerà ad allenarsi con i nuovi compagni, si metterà a disposizione di Fonseca per preparare l’esordio nel campionato italiano, domenica pomeriggio allo stadio Olimpico contro il Sassuolo. Mkhitaryan partirà titolare, esterno sinistro alto nel 4-2-3-1 di Fonseca, che insegue la prima vittoria in serie A, dopo due pareggi nelle prime due partite. Era da otto anni che alla Roma mancava il successo nei primi due turni, quando con Luis Enrique in panchina i giallorossi collezionarono una sconfi tta e un pareggio.
Mkhitaryan vuol presentarsi nel migliore dei modi davanti ai suoi nuovi tifosi. Li ha già conquistati, a leggere i commenti sui social. Tra i nuovi acquisti è quello che desta maggiore curiosità. Oggi sarà presentato in conferenza stampa, dovrebbe essere accompagnato dal direttore sportivo Petrachi, reduce da pochi giorni di vacanza a conclusione del mercato. Da ragazzino il suo idolo era Zidane, ma la passione per il calcio l’ha ereditata dal padre Amleto, calciatore di buon livello che ha giocato anche in Francia.
Perse il papà da ragazzino, ma voleva sempre accompagnarlo agli allenamenti, prima del male che lo costrinse ad abbandonare presto l’attività agonistica. Il papà decise di riportare tutta la famiglia a Ereven nel 1995, dove scomparve l’anno successivo. Henrikh oltre a giocare a pallone si è dedicato anche allo studio, ha conseguito il diploma all’istituto di cultura fi – sica armeno, successivamente ha seguito anche studi di economia.
Ma da quando aveva dieci anni vive per il calcio, si è fatto infl uenzare dalla fantasia di Zidane, ma in campo mostra anche l’aggressività del padre, uno che si faceva rispettare. Anche Henrikh sa il fatto suo, lo abbiamo visto andare a sedare una lite tra Florenzi e un suo compagno di squadra, è stato duro con l’arbitro e ha protestato per l’espulsione di Karapetyan, giovedì scorso a Erevan. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo