È sembrato un saluto di addio quello di José Mourinho alla Curva Sud dopo la sconfitta con l’Inter. Un lunghissimo applauso al cuore del tifo romanista dopo aver riunito la squadra in cerchio. José ha messo da parte l’animo battagliero e ha tirato fuori i sentimenti per un popolo che non ha mai smesso di sostenerlo: “Abbiamo perso la partita e la gente ha capito tutto, ha capito cosa siamo noi”.
Una squadra decimata dagli infortuni, una società silente che non lo supporta, calciatori che faticherebbero anche in altri palcoscenici meno importanti e dirigenti praticamente assenti. La gente ha capito che José è un uomo solo al comando, che non è spalleggiato e che sta conducendo una delle battaglie più complicate in carriera contro critiche feroci all’esterno e mormorii ingiustificati all’intero. Sta reagendo come meglio non poteva: creando un solido legame tra lui, la squadra e il tifo. “Non sono deluso dal comportamento della società. Sono un po’ stanco di fare tanto, qui sono più di un allenatore”. ha detto.
Un allenatore dirigente, una personalità dominante in un club che non ne ha, se non nel presidente che, però, non ha nessuna intenzione di incontrarlo. “È un momento nuovo nella mia carriera. Quando perdevo una partita, per me era molto dura da processare. adesso sono in un momento in cui guardo i ragazzi con tenerezza e rispetto. Li ho ringraziati per lo sforzo fatto. Lo sforzo degli stanchi, di chi giocava con una gamba o di chi ha giocato con una frattura alla costola”.
E a proposito di critiche feroci, in settimana è arrivata anche quella di Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori a seguito delle dichiarazioni di José rilasciate sull’arbitro Chiffi dopo Monza-Roma. “L’Italia è l’unico paese in cui una persona così ha un ruolo istituzionale e può criticare in questo modo.Io sto molto bene in Italia, questo mi aiuta a stare bene, a ridere un po’ delle situazioni. A questo livello non ho nessun problema“. I problemi, però, si presentano quando Mourinho si relaziona con la sua società, con le possibilità economiche e con l’assenza di carisma in situazioni scottanti.
FONTE: Il Messaggero
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