La Roma punta l’Ostiense per il suo nuovo stadio. Ma prima di poter realizzare un sogno urbanistico, come insegnano pure gli stop collezionati negli anni dal vecchio progetto di Tor di Valle, nella capitale bisogna tenere gli occhi aperti. Viabilità, sicurezza, vincoli artistici e architettonici di ogni tipo: per realizzare l’impresa deve girare tutto nel verso giusto. Mica facile.
I dirigenti giallorossi lo hanno scoperto, sorridendo ma non troppo, quando hanno studiato le carte degli ex Mercati generali, una delle due opzioni al vaglio del club di Trigoria. Su una parte del compendio, abbandonato a se stesso e in attesa di riqualificazione da un decennio abbondante, c’è un vincolo cinematografico.
Un paio di porzioni della struttura sono finite nelle riprese di Ocean’s Twelve e per questo sono sottoposte a una tutela rafforzata. Proprio così. Risate, si diceva. Perché, se non è una maledizione, poco ci manca.
Il problema, se mai la Roma dovesse scegliere gli ex Mercati generali, è superabile. Ma pensare che le gesta cinematografiche di George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon e Julia Roberts possano richiedere un surplus di scartoffie per arrivare a dama restituisce perfettamente il grado di difficoltà che comporta immaginare di realizzare una grande opera nella Città eterna.
Produzioni hollywoodiane a parte, c’è la voglia di sondare fino alla fine la doppia opzione Ostiense. Da una parte valutando una possibile joint venture con Eni su un terreno all’ombra del Gazometro. Dall’altra studiando l’ipotesi dei vecchi mercati. In entrambi i casi andrebbe sciolto il nodo dei trasporti e della viabilità.
FONTE: La Repubblica