Un’altra altalena, un altro bivio, l’ennesima ultima spiaggia. Cambiano mesi e passano stagioni ma la costante è sempre la stessa: Di Francesco rischia e la Roma raschia. Non ancora il fondo, ma poco ci manca visto che un eventuale successo del Torino stasera la spedirebbe all’ottavo posto a +8 dalla zona retrocessione e a -18 dallo scudetto. Dopo la sosta, infatti, i giallorossi sono ricascati nel grottesco perdendo alla Dacia Arena dove era uscito sconfitto solo il Bologna. Un punto raccolto tra Chievo, Spal, Udinese e Bologna; appena 6 quelli ottenuti contro le ultime 7 in classifica. Numeri tragicomici che allontanano la Roma da quel 4° posto ritenuto obiettivo minimo. Nessuno, durante l’era americana, era riuscito a fare peggio. Nel 2011 – a questo punto del campionato – Luis Enrique aveva 17 punti ma con una partita in meno, quella dell’esordio con il Bologna per lo sciopero calciatori (vinta al Dall’Ara dai giallorossi prima di Natale).
Insomma la Roma è un flop, anzi è il flop del campionato. Gioca male, raccoglie poco, non dà segnali di quel percorso di crescita tanto decantato. L’unico significativo acuto in campionato è arrivato nel derby, e di certo non può bastare ad accontentare i tifosi che hanno inondato di insulti i canali social del club. Pallotta stesso è rimasto interdetto, e non può essere altrimenti. Resta la Champions, dove la Roma ha fatto il suo battendo squadre modeste come Cska e Plzen. Domani arriva un Real Madrid in crisi nera e una vittoria riporterebbe un po’ di entusiasmo, ma soprattutto riempirebbe d’ossigeno le bombole di Di Francesco. Il tecnico, infatti, rischia di nuovo come d’altronde è già avvenuto due volte in questa stagione. Stavolta decisiva sarà soprattutto la sfida di domenica prossima contro l’Inter, un match da 6 punti che la Roma non può permettersi di non vincere. In caso contrario la testa di Di Francesco stavolta potrebbe seriamente cadere sul patibolo anche perché il tecnico sembra aver perso l’appoggio della tifoseria e non riesce a valorizzare (forse perché in alcuni casi è impossibile farlo) i tanti acquisti, i troppi giovani.
Tra loro spicca Schick che ottenuta una briciola di fiducia l’ha spazzata via subito con l’ennesima prestazione grigia. Quando Eusebio ricorre al turnover poi è quasi sempre un disastro. Alle sue spalle si muove nell’ombra Paulo Sousa, che piace a Baldini e verrebbe di corsa come ha peraltro dichiarato qualche giorno fa. Quello del portoghese è l’unico nome seriamente preso in considerazione visto che non convincono né Montella né Donadoni.