Il campionato, per il momento, è salvo. Si gioca, ma a porte chiuse fino al primo marzo, ma non è escluso che il decreto possa essere esteso in caso di un peggioramento della situazione. Il via libera è arrivato dal Governo con un Decreto del Presidente del Consiglio e fa seguito alla richiesta ufficiale inoltrata, nel primo pomeriggio di ieri, dalla Federcalcio al Governo, attraverso il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, quello dell’Interno, Luciana Lamorgese, e quello della Salute, Roberto Speranza.
Causa emergenza Coronavirus, niente tifosi in tutte le regioni in cui è stata diramata l’ordinanza. Dunque sono cinque partite che si disputeranno a porte chiuse: Udinese-Fiorentina, Sassuolo-Brescia e Parma-Spal e Milan-Genoa e il big match Juventus-Inter. Discorso a parte per Sampdoria-Verona. La Liguria è una regione a rischio ma la gara è programmata per il giorno 2, ossia quello dopo la scadenza dell’ordinanza diramata del governo. Nessuna limitazione per le altra partite.
Non ci saranno rimborsi per i tifosi che avevano acquistato il biglietto. Almeno per 11 club su 20 le cui clausole e le condizioni di vendita di biglietti e abbonamenti privano i tifosi di ottenere il rimborso della singola partita in caso di chiusura dello Stadio ma anche in caso di rinvio della partita, sia per fatti imputabili alla società sia a prescindere dalle responsabilità di quest’ultima.
«Al momento dobbiamo navigare a vista e vogliamo farlo con un po’ più di serenità. Noi dipendiamo esclusivamente da valutazioni tecniche, scientifiche e politiche di organismi che conoscono l’esatta situazione sanitaria del nostro Paese», ha sottolineato il presidente della Figc Gravina.
FONTE: Il Messaggero