Mourinho affonda anche a Venezia. E affondano le certezze di una Roma che strappa una coperta troppa corta e che deve fare i conti con l’ennesimo obbrobrio arbitrale. Finisce 3-2 una partita folle che aveva visto i giallorossi – schierati con la difesa a 3 e le due punte – andare sotto per il gol di Caldara dopo 2 minuti e rimontare con Shomurodov e Abraham a fine primo tempo. Sembrava in pieno dominio la squadra di Mou. Nella ripresa un rigore totalmente inventato ha permesso al Venezia di pareggiare, poi è patatatrac col gol di Okereke e tanti ribaltamenti di fronte. Poteva finire 5-2 come 3-4, ma restano i dubbi sulla tenuta della Roma che cambia moduli e umore come vestiti d’autunno. «Mi proteggo e tengo per me le mie sensazioni, meglio non parlare del loro rigore, è evidente e non voglio dire altro sugli arbitri», sorride amaro Mou.
Quello che dice dopo è decisamente più complesso: «Dire che il 4° posto è l’obiettivo non significa che siamo da 4° posto. La rosa non è migliore di quella dello scorso anno, è squilibrata. Abbiamo perso giocatori di esperienza: Bruno Peres e Jesus sarebbero stati utili. Questa non è la stagione per attaccare gli obiettivi in classifica, con un contratto di 3 anni questa può essere una stagione di dolore ma è molto molto importante per capire qualcosa che non ho capito prima di arrivare. Quando hai una rosa in cui non hai 2 giocatori con potenziale simile in ogni posizione anche l’allenatore diventa reattivo e non proattivo. Sugli episodi magari un giorno capirò». Intanto i tifosi vorrebbero capire se il dolore deve passare necessariamente da umiliazioni. La Roma di Venezia, infatti, non ha perso solo il quarto posto.
FONTE: Leggo – F. Balzani