Ci sono tanti modi per reagire a una situazione sfavorevole. Nicolò Zaniolo ha scelto il più familiare: l’allenamento, circondato dagli affetti e dalla discrezione del suo mondo. Lavora cinque ore al giorno tra gli esercizi casalinghi e il programma preparato dallo specialista di fiducia, Gian Nicola Bisciotti, che lo ha restituito al calcio dopo il secondo incidente.
Da professionista non farà marca il suo impegno fino all’ultimo giorno del rapporto con la Roma. Certo però si interroga: perché non lo considerano abbastanza importante da rinnovargli il contratto e poi chiedono 50-60 milioni per liberarlo?
A gennaio, quando avrebbe accettato anche un aumento di 500.000 euro rispetto allo stipendio attuale, era stato rassicurato da dirigenti: “Il contratto lo facciamo a fine stagione“. E invece niente, nonostante il gol che ha indirizzato il primo trofeo Uefa della storia della Roma.
La Roma ritiene di doversi organizzare secondo le proprie esigenze: proporrà il contratto a Zaniolo soltanto alla fine del mercato, se non sarà riuscita a piazzarlo. Zaniolo non vuole andare via dalla Roma, è la Roma che lo ritiene sacrificabile.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida