Per tutti quelli seduti davanti al televisore, quelli che pagano mensilmente il loro abbonamento, è partita la pubblicità. Proprio mentre l’Udinese stava entrando nella area della Roma. Niente, invece. Pubblicità. Dopo pochi secondi sono riapparse le immagini, poi il ‘dito malandrino’ è ripartito: ancora pubblicità, poi scomparsa per farci vedere le squadre che stavano rientrando negli spogliatoi.
Le carenze oggettive di Dazn, non si sono limitate a quegli abortiti spot pubblicitari mentre la partita era in corso. Abbiamo avuto svariate testimonianze di tifosi romanisti a cui, in più di un’occasione, sempre nel corso della partita, sono scomparse le immagini sostituite da quella maledetta rotellina, che si è materializzata nel secondo tempo, intorno al venticinquesimo minuto, ed è rimasta lì per circa 180 secondi. E’ accettabile che un servizio che viene mensilmente pagato dagli abbonati, a quasi otto mesi dal via del campionato, che succeda ancora tutto questo?
A parte qualche dichiarazione di scuse all’inizio dell’avventura, l’unica altra volta che si è avuta notizia dei ‘capoccioni’ è stato, poche settimane fa, l’annuncio che dalla prossima stagione, pagando l’abbonamento, non sarà più possibile utilizzarlo per due utenze. Perché il business è il business e chissenefrega degli utenti che pagano per poi dover fare i conti con disservizi che, nell’epoca della tecnologia più esasperata, non sono accettabili. E ci interessano poco le scuse che il team di Dazn ha messo nero su bianco dopo la vergogna di ieri al Friuli.
In questa stagione la gente romanista aveva dovuto subire anche l’inaccettabile, per una televisione nazionale, del dopo derby d’andata. Quando al fischio finale della gara, si era visto l’opinionista di Dazn Parolo fare festa con i giocatori biancocelesti, che fino a poche settimane prima erano stati suoi compagni di spogliatoio. Ieri, poi, c’è stato un altro dopo partita non proprio esemplare.
Davanti ai microfoni di Dazn, si è presentato Pierpaolo Marino, responsabile dell’area tecnica dell’Udinese (grave l’accusa a Marelli, opinionista arbitrale, di commentare assecondando i bacini d’utenza). Possiamo capire il punto di (s)vista del dirigente, ma che non ci sia stato un giornalista o un opinionista dell’emittente che gli dicesse che il fallo di mano era evidente (basta guardare la reazione del giocatore che alza le mani che in questi casi è sempre una confessione), c’è sembrata una mancanza perlomeno di personalità.
FONTE: Il Romanista – P. Torri