Macché droga. La musica era così alta che non sentivo neppure quello che diceva“. Per gli innocentisti è questa la tesi da sposare, quella con cui Nicola Zalewski – estremamente provato – si è difeso dopo una giornata vissuta in vetrina su social e media per il video postato dal trapper Zep Dembo, al secolo Cristian che, insieme a Nicola, si rivolgeva a Mourinho toccando temi non proprio oxfordiani.
Il caso è scoppiato immediatamente ed è inutile dire che la materia è parsa subito molto delicata perché l’attaccante della Roma, appena 19enne, e non certo con un profilo da “bad boy”, sta vivendo un momento difficile per via della morte di suo padre Krzysztof, avvenuta il 25 settembre scorso. Per questa ragione il ragazzo, giù nel giro della nazionale polacca, aveva rinunciato alla convocazione ed era rimasto a casa, cioè a Poli, nei pressi di Tivoli, dove vive con la mamma Ewa, la sorella e la nonna.
Il testo del video postato da Zep Dembo è il seguente, il tutto urlato in un locale del quartiere Monti di cui si dice che il trapper sia di casa. “Ahó, Mourinho, te dico la verità, stasera st’amico pippa. Ahó Mourinho, stasera pippamo. Stamo a pippa’, José, Stamo a fa’ schifo“. Al suo fianco di vede Nicola che ride, insieme a un’altra persona. In realtà, Zalewski non sembra alterato, ma di sicuro il testo del video e il modo di fare del trapper sono apparsi disdicevoli. Zep Dembo ha subito reso privato il suo profilo Instagram (con foto a dita medie alzate) seguito fino a ieri da circa 22 mila persone.
Così il trapper ha scritto scuse via social. “Ho pubblicato una storia con una battuta infelice. È colpa di una mia leggerezza, non corrisponde alla verità e voglio scusarmi con tutti. Mi è dispiaciuto mettere in difficoltà il calciatore della Roma che tra l’altro avevo conosciuto in quel momento perché mangiavamo nello stesso ristorante“.
Zalewski invece, pur dispiaciutissimo, non ha ritenuto di dover fare un post di scuse perché, appunto, la sua difesa è stata nel non accorgersi di niente. Il ragazzo ieri è stato contattato dal g.m. Pinto e da altri dirigenti, ma la Roma – che non ha reso ufficiale la multa – si compatta intorno al ragazzo, contattato anche dalla federazione polacca. Alla ripresa degli allenamenti toccherà a Mourinho, che crede nelle qualità di Zalewski e ha voluto essere anche al funerale del padre, fargli capire bene diritti e doveri di un vero professionista.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini