Se Elon Musk fosse un allenatore…sarebbe Josè Mourinho. E viceversa, se Mourinho fosse un imprenditore sarebbe Musk. Hanno molti punti in comune e segnalano una contraddizione economica contemporanea. Sono entrambi personalità forti e affette da narcisismo. Hanno ottenuto molto e l’hanno esteso, continuando nella scia di sé stessi, come un’ombra che più si allontana è più si gonfia. Sono tanto amati e altrettanto detestati, sia da avversari che da sostenitori designati.
Vivono del favore mediatico, uno lo compra e l’altro se lo ingrazia. Vengono invitati alle feste e, potendo, le guastano. Cercano nemici ovunque e li sfidano nei modi più bislacchi. Musk va ancora per pari-categoria: contro Zuckerberg da peso massimo a massimo. Mourinho invece va a cercarsi Massimo Mauro. Per ambedue il conflitto è un’arma di distrazione delle masse. Da che cosa? Dal confronto, quello cruciale: con i risultati. Ed è qui che casca la contraddizione storico-economica. Il capitalismo può non piacere, ma ha un pregio indiscutibile: è semplice.
Nell’ultimo trimestre del 2023 la cinese Byd (di Wang Chuanfu) ha sorpassato Tesla. Ribatterebbe Musk che è comunque il più ricco del mondo e ha guadagnato nel 23 più di quanto aveva perso nel 22. È un modo di vedere le cose: il suo. Così Mourinho in 2 anni alla Roma ha molto sgommato, poi ha parcheggiato per due volte dietro la Lazio. Dal suo punto di vista ha vinto una coppa e mezza. Da un altro ne ha vinta mezza e persa una. Colpa degli arbitri, dei nemici, dei giocatori scarsi, di chi glieli ha comprati (tranne Lukaku, che non è un calciatore, ma una scorciatoia).
Gli altri hanno pagato il conto, lui invoca il rinnovo a scatola chiusa, prima di vedere a fine stagione che cosa rimarrà dentro. Probabilmente l’otterrà. Perfino un texano si è giocato i presupposti del proprio credo cedendo alla fascinazione mediatico-politica, alla forza dell’auto rappresentazione. Mercoledì c’è un altro derby. E vediamo se l’auto elettrica giallorossa si metterà davanti a quella biancazzurra o farà tanto rumore per nulla.
FONTE: La Repubblica