Zero gol subiti con la Samp, ventotto tiri verso lo specchio della porta, vittoria con tre gol di scarto, questi si sono dati più confortanti per la Roma, che di solito stentava sotto porta e dopo ventotto giornate era il peggiore attacco tra le sette big. Mou ha ricevuto risposte da quei calciatori spariti durante la stagione. Su tutti, Gini Wijnaldum. Avere l’olandese e non averlo fa/ha fatto la differenza, e Mou non ce lo ha avuto per sei lunghi, e pesanti, mesi. Gini è entrato nei primi due gol contro la Samp, uno realizzandolo, di testa, dopo un inserimento dei suoi, l’altro procurandosi il rigore poi trasformato da Dybala, senza contare il palo colpito nel primo tempo.
Gini può giocare in mezzo al campo, con uno o due giocatori al fianco, può fare il trequartista. Molto dipende dalla sua condizione fisica, che pian piano sta tornando ai livelli standard. Mou la Roma l’aveva pensata poggiata su di lui e sulla sapienza tattica di Matic, pure lui protagonista del match con la Samp e fresco di rinnovo del contratto. Anche il serbo non è stato sempre all’altezza, ha vissuto un prolungato rodaggio.
L’adattamento non è stato semplice. E ora, la coppia sta dando cenni di risveglio. Sì, la Roma l’ha immaginata proprio così, anche con Dybala a fare la differenza là davanti. Paulo le aspettative le ha mantenute ed è arrivato a dieci reti in campionato con naturalezza. Il mancante è stato Abraham, che non ha nemmeno avuto un vice all’altezza, almeno nei numeri, ovvero Belotti. Ai ventisette gol dell’inglese dovevano aggiungersi quelli del Gallo, ma Tammy si è fermato e non si è mai ripreso, Andrea non ha nemmeno cominciato, in campionato e a quota zero.
Matic e Wijnaldum hanno portato qualità e la produzione offensiva è migliorata in automatico, forse ha inciso anche la difesa a quattro. Questo sistema di gioco non è nuovo a Mou, che qui invece ha dovuto cambiare per dare certezze ai suoi calciatori. Forse la rivedremo e al centro le alternative si raddoppierebbero, con due posti per cinque giocatori. Il “problema” è il terzino destro: Zalewski è adattato, Celik è un gradino dietro.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni