Da Piazza di Spagna allo stadio emiliano, dalla sfilata sulla scalinata di Trinità dei Monti alla Coppa Italia sollevata due giorni fa dopo aver battuto il Milan ai rigori. Elisa Bartoli aspettava questo momento da quando è nata, anche perché quel 7 settembre di tre anni fa aveva già la fascia al braccio quando la misero accanto a Daniele De Rossi, che già nella serata di domenica ha definito “Giganti” le ragazze che hanno regalato il primo trofeo ai Friedkin.
Che poi in realtà è il secondo, anch’esso al femminile, portato a casa in un giorno e mezzo: il weekend da favola della Roma femminile era iniziato a pochi chilometri da Reggio Emilia, con il trionfo (il secondo consecutivo) della Primavera di Fabio Melillo, che vince ininterrottamente da 33 partite e che a Sassuolo ha battuto la Juventus grazie al gol all’ultimo minuto di Giada Tarantino.
Per battere il Milan, invece, si è andati oltre i supplementari: le parate di Camelia Ceasar hanno blindato la porta, la freddezza di Manuela Giugliano (metronomo del centrocampo) e Annamaria Serturini ha fatto il resto, con il rigore decisivo trasformato da un’altra giocatrice che c’era già dal primo anno, la svizzera Vanessa Bernauer.
Era tutto nuovo, invece, per Paloma Lazaro: al primo anno in giallorosso, la spagnola nata a due passi dal Vicente Calderon, tifosa dell’Atletico e cresciuta con il mito di Fernando Torres ha fatto bingo, mettendo a segno un gol nella semifinale di Vinovo che ha eliminato la Juventus e creato i presupposti per il capolavoro.
E chissà cosa potrà succedere il prossimo anno quando, con la promozione in serie A della Lazio, ci sarà anche il derby, che per Paloma sarà doppio visto che c’è una spagnola (Adriana Martin) anche dall’altra parte: “Ci conosciamo, abbiamo giocato insieme e ci siamo scambiate i complimenti. Non vediamo l’ora di sfidarci“.
La sindaca Virginia Raggi aveva già invitato la Primavera in Campidoglio (complimenti sono arrivati anche dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti), ma è probabile che la delegazione sia doppia, con in testa Elisabetta Bavagnoli, un’altra di quelle che questo progetto l’ha visto nascere, crescere e vincere.
Probabilmente, quella di domenica è stata la sua ultima partita da allenatrice della prima squadra: la società – con Tiago Pinto e Morgan De Sanctis che più degli altri ne seguono le vicende – vede in lei la figura ideale per affidarle la supervisione della sezione femminile, con l’ex Empoli (e Primavera della Juventus) Alessandro Spugna in pole per sostituirla. Se così sarà, da Piazza di Spagna a Reggio Emilia avrà chiuso il cerchio anche lei
FONTE: Il Corriere dello Sport – M. Calabresi