Lo stadio. Tutti ne parlano, in particolare in questo periodo di campagna elettorale, ma nessuno fa. Promesse, chiacchiere, presunte garanzie, ma fatti zero. A quelli ci sta pensando la Roma. Che, dopo la revoca per l’impianto di Tor di Valle, sta sintetizzando il lavoro che era già stato fatto da quando si era deciso di abbandonare il progetto pallottiano. La sintesi, e lo diciamo con più che ragionevole cetezza, è che sono state ormai ridotte a tre le opzioni per lo stadio della Roma. E una è favorita.
Stadio: zona dei mercati generali. Parcheggi: zona del gazometro. Terza volontà: ristrutturazione di campo Testaccio dove costruire un campo da calciotto, che possa essere anche la sede di una scuola calcio colorata di giallorosso. Se non vi affascina l’idea, è un problema vostro.
Perché tutto questo, con i se e i ma che sono d’obbligo in situazioni di questo tipo come peraltro abbiamo toccato con mano per l’impianto abortito di Tor di Valle, vorrà dire riportare la nostra Roma a casa sua, a Testaccio, nel cuore di Roma, nel centro della nostra meravigliosa città. Il tutto è già più di un’idea.
La dirigenza ci sta lavorando da parecchie settimane. La famiglia Friedkin ha già visionato mercati generali, gazometro e campo Testaccio votando a favore di un progetto che in un tempo tra i tre e i cinque anni dovrebbe essere completato.
(…) Partiamo dai mercati generali, zona che è già stata studiata a fondo. Ci sono due vincoli per altrettanti edifici, la Roma ha già predisposto la sua soluzione con un progetto che garantirebbe comunque i due edifici, spostati lateralmente, con tutti gli uffici annessi. E’ già stata immaginata una piastra-piazza che possa accogliere i tifosi prima dell’ingresso nello stadio in cui, sicuramente, ci sarà un mega Roma-store, il museo giallorosso e una zona dedicata all’Hall of fame. I problemi da risolvere sono essenzialmente due: la viabilità e i parcheggi. (…)
Infine Campo Testaccio. Basta il nome per far battere il cuore di qualsiasi tifoso giallorosso che si rispetti. La Roma vuole assolutamente riqualificarlo, riconsegnandolo alla città ma soprattutto alla sua gente. Detto tutto questo, è bene chiarire che un conto è pensarlo e, come sappiamo bene, un altro realizzarlo.
Anche per questo a viale Tolstoj stanno valutando altre due ipotesi. La prima è relativa alla zona del Velodromo dove per la viabilità ci sarebbero meno problemi come per la costruzione dei parcheggi perché di spazio ce ne sarebbe in abbondanza. È però una scelta periferica, che allontenerebbe dal cuore della città, cosa che invece i Friedkin preferirebbero. E anche per questa ragione per ora hanno messo in un cassetto l’ipotesi del velodromo.
La terza opzione è quella di acquistare l’Olimpico. Ovviamente rifacendolo, ma questa scelta, come si può facilmente capire, non è certo una passeggiata di salute. Intanto, nel momento di un’ipotetica ricostruzione dell’impianto, dove si giocherebbero le partite? Ci sono poi una serie di vincoli interni ed esterni all’Olimpico che costituiscono una problematica di non facile soluzione. Poi, anche se a noi può interessare realativamente, l’altra squadra della nostra città, dove andrebbe a giocare? (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri